Le tasse sui redditi da lavoro sono un argomento molto discusso nel nostro Paese. Il sistema tributario italiano infatti è estremamente complesso e particolarmente oneroso per i contribuenti. Al contempo l’Italia vanta il non invidiabile primato per l’evasione fiscale. Per questi motivi sono frequenti le proposte di riforma ma al momento il nostro Fisco resta un vero ginepraio. Un dipendente neoassunto spesso fatica a capire quale sarà il netto mensile che riceverà. I lavoratori autonomi invece, aspettano ogni anno con ansia e paura di conoscere l’ammontare dei tributi da pagare. Quante tasse devo pagare per i miei redditi? E’ una delle domande più frequenti fra i contribuenti e spesso la risposta non è affatto semplice. Le variabili sono moltissime ma oggi cercheremo di fare chiarezza. Prima di procedere, consigliamo il nostro approfondimento utile per capire chi può pagare solo il 5% di tasse sui redditi.
Come calcolare l’IRPEF
L’IRPEF è l’imposta che grava sui redditi delle persone fisiche, ovvero dei lavoratori dipendenti e degli autonomi. Si tratta di un’imposta diretta e progressiva che colpisce quindi direttamente i guadagni dei lavoratori in funzione del loro reddito. Maggiore è il reddito del contribuente e più elevata sarà la percentuale di tasse da pagare. Queste percentuali prendono il nome di aliquote e possono arrivare addirittura al 43% del reddito. Vediamole nel dettaglio. Per i redditi inferiori a 15.000 euro, l’aliquota sarà pari al 23%. Per la fascia superiore, fino ai 28.000 euro l’imposta salirà al 27%. Chi guadagna da 28.000 a 55.000 euro dovrà pagare il 38% d’imposta. Chi arriva a 75.000 euro pagherà al Fisco il 41% dei guadagni. L’ultima aliquota, per chi supera i 75.000 euro arriva al 43%. Per calcolare il reddito totale dovremo considerare il lavoro, gli affitti e le partecipazioni in imprese.
Quante tasse devo pagare per i miei redditi?
In una famiglia i redditi dei coniugi sono indipendenti, entrambi pagheranno l’aliquota relativa al proprio reddito senza considerare quella dell’altro. Alcuni redditi non concorrono alla determinazione dell’IRPEF: si tratta dei sussidi e delle pensioni sociali e d’invalidità. I fortunati vincitori di lotterie e concorsi non dovranno sommare queste entrate agli altri redditi. Il TFR è sempre esente dall’IRPEF come anche i redditi da lavoro dipendente percepiti all’estero. Le rendite da investimenti pagano una specifica imposta alla fonte e non concorrono a determinare l‘imponibile IRPEF. Per capire quante tasse devo pagare per i miei redditi, è necessario quindi sommare soltanto alcune entrate.
I lavoratori autonomi
Mentre i dipendenti ricevono uno stipendio netto, gli autonomi devono pagare le imposte in un secondo momento. Le tasse seguono diversi regimi fiscali: ordinario, forfettario o semplificato. Il secondo prevede un’aliquota unica pari al 15% o, in via eccezionale, al 5%. La contabilità semplificata replica le soglie viste precedentemente con l’aggiunta delle addizionali comunali e regionali. Le categorie soggette all’applicazione dell’IVA dovranno anche pagare la differenza tra IVA a debito ed IVA a credito. I lavoratori autonomi dovranno anche sostenere le spese per la contabilità. La complessità della gestione fiscale obbliga infatti ad avvalersi di un commercialista.