Quando spetta un rimborso spese in busta paga?

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La domanda che si fanno tanti dipendenti è questa: quando spetta un rimborso spese in busta paga? Le casistiche non sono tante, prima però ci sono alcune cose molto importanti che si devono conoscere sull’argomento. Ecco quali.

Che cos’è il rimborso spese in busta paga

Quando si parla di rimborso spese in busta paga significa che l’azienda eroga ad un dipendente un risarcimento di tipo economico. Questo avviene quando il dipendente ha dovuto effettuare delle spese di lavoro ma al di fuori della sede lavorativa. Un esempio classico è quello del dipendente che va in trasferta di lavoro e fa fronte di tasca sua alle spese di vitto e alloggio.

È bene sottolineare che sono oggetto di rimborso spese solo quelle effettuate per motivi di lavoro. Invece, non sono oggetto di rimborso spese quelle relative ad esigenze personali benché pagate durante una trasferta. Qualora l’azienda provvedesse erroneamente al rimborso anche delle spese personali, può richiedere al dipendente la restituzione di quanto indebitamente ricevuto in busta paga.

Chi può chiederlo

Possono richiedere il rimborso delle spese effettuate in busta paga sicuramente tutti i lavoratori dipendenti che si sono trovati ad effettuare una spesa di lavoro. Questo indipendentemente dal tipo di contratto che li lega all’azienda.

Possono farlo anche i liberi professionisti che hanno con l’azienda un rapporto di collaborazione e consulenza. Così come i collaboratori a progetto. Anche questi soggetti hanno diritto al rimborso spese che sarà pagato con il compenso mensile, qualora ne sussistano le condizioni.

Quando spetta un rimborso spese in busta paga?

Per ottenere il rimborso spese in busta paga, occorre testimoniare con apposita documentazione non solo l’importo totale, ma anche le singole voci di spesa. Per questo motivo è bene sempre conservare scontrini e fatture che giustifichino il pagamento dal punto di vista fiscale.

Sono oggetto di rimborso tutte le spese sostenute per trasferte di lavoro sia in Italia che all’estero. La condizione è che la destinazione sia al di fuori del comune sede di lavoro e non quello di residenza.

Sono oggetto di rimborso spese i costi del carburante, i pedaggi autostradali e le spese relative al pasto, qualora non siano già stati erogati i buoni pasto.

Per quanto riguarda i viaggi con la propria auto di solito si fa ricorso al cosiddetto rimborso chilometrico, che viene calcolato con una tariffa forfettaria riportata sul sito dell’ACI.