Quando scattano avvisi di accertamento dell’Agenzia delle Entrate i contribuenti che temono controlli fiscali sperimentano l’incubo di strumenti come risparmiometro ed evasometro. False dichiarazioni, omissioni o discrepanze fra quanto realmente percepito e attestazioni di reddito favoriscono l’avvio di procedure che porterebbero alla condanna per reati fiscali. L’Autorità procede a verificare che il contribuente abbia adempiuto agli obblighi fiscali in modo corretto e conforme alla normativa tributaria.
Vi sono alcuni comportamenti e movimentazioni bancarie sospetti che più di altri allertano l’attività di controllo del Fisco e della Super Anagrafe Tributaria.
Quando scattano i controlli fiscali dell’Agenzia delle Entrate il sistema informatica rivolta come un calzino la condizione reddituale del contribuente. Le procedure di accesso ai dati finanziari assicurano una visione d’insieme della situazione economica del soggetto e consentono accertamenti sulle fonti di reddito.
Quando scattano i controlli fiscali dell’Agenzie delle Entrate?
Verifiche e accertamenti del Fisco perseguono l’obiettivo di arginare e marginalizzare il malcostume dell’elusione fiscale. Pur tuttavia non sempre il contribuente che evade il pagamento delle imposte può dirsi un truffaldino. Accade talora che il mancato adempimento degli oneri fiscali sia ascrivibile ad un’effettiva condizione di indigenza in cui versano alcune famiglie.
Diverso il caso del commerciante o del proprietario di azienda che non emette scontrino o fattura, o del contribuente che dichiara una condizione reddituale falsa. In simili evenienze entra in gioco l’intento preciso di eludere il carico fiscale in modo da ottenere una sensibile riduzione delle imposte. Per osteggiare il ricorso a stratagemmi utili all’evasione l’Amministrazione finanziaria opera in concerto con la Guardia di Finanza per recuperare le tasse evase.
Il Risparmiometro e la Superanagrafe riescono a mettere a nudo la situazione finanziaria e reddituale di qualunque contribuente italiano. Non tutti devono comunque sentirsi “spiati” perché di fatto l’avvio di accertamenti avviene solo in alcune specifiche circostanze. I conti correnti subiscono maggiormente verifiche allorquando vi sono operazioni dubbie come sporadici movimenti di prelievo e frequenti accantonamenti.
Se il contribuente non attinge regolarmente dal deposito bancario per provvedere al sostentamento forse possiede altre fonti di reddito che però non ha dichiarato.
Ad allertare il Fisco potrebbe intervenire anche l’acquisto di un’auto di lusso, di un bene immobile, di oggetti preziosi o di una vacanza assai costosa. Spese queste che il novello proprietario non potrebbe permettersi in ragione dei redditi che dichiara di possedere. Pertanto è proprio la mancata corrispondenza fra gli introiti che il soggetto denuncia e un elevato tenore di vita che determina procedure di controllo.