Quando restituire la Naspi

Licenziamenti

In questo articolo approfondiremo i casi in cui il disoccupato deve restituire la Naspi. Prima, però, consigliamo di approfondire le novità in materia di Indennità di Disoccupazione contenute nel recente Decreto Rilancio .Infine vedremo in quali casi specifici non vige l’obbligo di restituzione.

Il blocco dei licenziamenti

Per capire quando restituire la Naspi, ricordiamo l’articolo 46 del Decreto Cura Italia. Con questo Decreto, il Governo ha vietato i licenziamenti per giustificato motivo, a seguito  dell’emergenza epidemiologica da Covid19. Il datore di lavoro non può licenziare i dipendenti sulla base di una crisi aziendale causata dalla crisi finanziaria da Coronavirus. Le imprese, infatti, hanno potuto ricorrere in maniera massiccia ad aiuti come la cassa integrazione ed il rinvio di alcune scadenze fiscali. Lo Stato, aiutando le imprese, ha voluto tutelarne anche i lavoratori dipendenti.

Alcune aziende hanno comunque licenziato lavoratori con la giustificazione della crisi da Coronavirus. I contenziosi tra lavoratori licenziati e imprese non sono mancati. Intanto i lavoratori licenziati hanno presentato domande di disoccupazione all’INPS, vedendosi riconoscere il diritto alla Naspi. Alcuni di questi hanno ottenuto il reintegro al lavoro dalla magistratura . Quindi, come devono comportarsi in merito alle rate Naspi riconosciute in questi mesi?

La posizione dell’INPS: Messaggio n. 2261/2020

Il lavoratore licenziato e poi reintegrato, a causa della violazione del blocco dei licenziamenti, ha l’obbligo di restituire l’indennità Naspi. La restituzione avverrà anche nel caso in cui il datore di lavoro revochi il recesso per giustificato motivo oggettivo chiedendo il trattamento di cassa integrazione. In questo caso l’Inps richiederà la restituzione della Naspi procedendo con l’erogazione della cassa integrazione.

Ecco quando restituire la Naspi. Il team di esperti di Proiezionidiborsa consiglia di farsi sempre riconoscere il diritto a percepire lo stipendio o la cassa integrazione anziché la Naspi. La normativa, infatti, va a tutela del lavoratore poiché ne preserva i diritti. Insomma, comprendere quando restituire la Naspi, è importante anche a propria tutela. Esistono, però, delle situazioni in cui questo non avviene. Nel caso dei rapporti di collaborazione coordinata e continuativa il lavoratore non ha diritto al reintegro o alla cassa integrazione ma può beneficiare della Naspi.