Quando la banca può chiudere un conto corrente

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Quando anche possa apparire un’azione di prepotenza, è lecito che una banca decida di chiudere un conto corrente. Attivare un conto corrente presso un istituto di credito presuppone difatti la stipula di un contratto non già unilaterale. Il che equivale a riconoscere ad entrambi i contraenti il diritto di recedere dal vincolo contrattuale. Pertanto, come il correntista ha facoltà di traferire i risparmi presso un altro istituto bancario, parimenti la banca può optare per la chiusura del conto. Ciò detto, resta fermo che l’istituto di credito, quand’anche decidesse di chiudere un conto corrente, è tenuto a fornire preventiva comunicazione al titolare.

Il recesso dal contratto

L’intestatario di un conto corrente potrebbe non essere più soddisfatto dei servizi erogati dalla propria banca o attratto dalle condizioni vantaggiose di altri istituti di credito. In tal caso, ha facoltà di trasferire il conto altrove previo invio di una disdetta tramite raccomandata a/r. In alternativa, può recarsi di persona agli sportelli e consegnare documenti, carte di credito e libretto degli assegni.

Analizziamo pertanto quando la banca può chiudere un conto corrente e in quali circostanze può recedere dal contratto con il cliente. L’eventualità più ovvia potrebbe darsi allorquando l’istituto bancario valuta negativamente la convenienza di alcuni conti correnti. Rientrano nel novero i conti in negativo, con saldo zero e quelli caratterizzati da mancato dinamismo in termini di operazioni bancarie. I conti correnti immobili rappresentano una pesante zavorra per gli istituti di credito soprattutto in vista di una fusione con altre banche.

Quando la banca può chiudere un conto corrente

La risoluzione a chiudere un conto può scaturire altresì dalla mancata restituzione di un fido che la banca ha concesso. Accade che il cliente beneficiario del fido non abbia disponibilità economica per ridare quanto ricevuto. In tal caso, l’istituto di credito vive l’incomodo di attivare una procedura tesa al recupero del credito. In altre circostanze, la banca deve farsi carico di mancati pagamenti da parte del correntista di prestiti erogati da altre banche o da una finanziaria.

Altra valida motivazione che induce la banca a chiudere un conto corrente riguarda eventuali indagini avviate dalla magistratura o dalla Guardia di Finanza. La normativa antiriciclaggio, in vigore dal 2008, impone al cliente la presentazione della documentazione necessaria a giustificare la provenienza del denaro. Ciò nell’eventualità di cospicui versamenti di contanti sul conto che però non figurano nella dichiarazione dei redditi. Parimenti accade in presenza di reati finanziari, quando il cliente della banca finisce nelle spire degli accertamenti laddove sorga il sospetto di elusione delle imposte.

Approfondimenti: Quali controlli sul versamento di contanti sul conto corrente?

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