Un approfondimento per capire quando il limone sugli alimenti ha funzione antibatterica. Con l’arrivo della bella stagione e delle vacanze, anche chi non è un consumatore accanito di pesce e frutti di mare, può subire un cambio di paradigma. Per cui, tra fritture di mare, carpacci di pesce crudo, impepate di cozze e spaghetti allo scoglio, alle volte c’è davvero l’imbarazzo della scelta.
Ma specie in questi tempi, dove tutto sembra gridare “allerta virus”, come ci si deve contenere davanti agli alimenti crudi? Il limone può considerarsi davvero un disinfettante naturale che ci mette al sicuro dalle intossicazioni? O si tratta di una delle tante leggende metropolitane che lasciano il tempo che trovano? Con questo approfondimento, cercheremo di capire quando il limone sugli alimenti ha funzione antibatterica.
Limone e pesce crudo
Partiamo dall’argomento di punta dell’estate. Vale a dire dal pesce crudo che rappresenta uno degli alimenti più a rischio, per concentrazione batterica trasmissibile all’uomo. Stando alle dichiarazioni rilasciate da nutrizionisti e dietologi, di cui dà notizia anche l’UNC, vale a dire l’Unione Nazionale Consumatori, questa è la linea di principio. Il succo di limone non possiede proprietà antimicrobiche e disinfettanti, soprattutto quando si ha che fare con la vasta gamma dei molluschi bivalvi o lamellibranchi.
Con questi termini tecnici ci si riferisce ad esempio alle cozze, alle quali abbiamo dedicato un amplio approfondimento. Ma anche alle vongole, alle telline, ai tartufi di mare, datteri di mare e via di questo passo. Entrando più nello specifico, gli esperti della materia, dichiarano che l’acido citrico e l’acido ascorbico, presenti nel succo di limone, sono insufficienti a debellare in toto il rischio per l’uomo. Che significa? Che il limone, neanche in quantità massicce, può eliminare il rischio di infezioni sostenute da virus e/o batteri eventualmente presenti nei prodotti di mare freschi. Del pari, il succo di limone, non è in grado di fugare il rischio di intossicazioni derivanti dal loro consumo.
Quando il limone sugli alimenti ha funzione antibatterica
Quindi è sbagliato pensare che il limone serva a “disinfettare” il pesce crudo. A rincarare la dose di allerta è anche Marcello Ticca, nutrizionista e dietologo, nonché autore di vari volumi sull’alimentazione sana. Stando alle sue parole, il rischio che si corre a consumare molluschi bivalvi non certificati e crudi, può portare a due infelici esiti. Vale a dire: un’ intossicazione alimentare, o nei casi peggiori, l’epatite A (la sola che si possa prendere senza un contatto di sangue). Quindi mai pensare che sia sufficiente spruzzare abbondantemente di limone il piatto di pesce crudo, per debellare qualsiasi rischio in essi insito. Soprattutto se si tratta di frutti di mare e molluschi.
Carne cruda
Passiamo ora alla categoria delle carni che, dalla loro, non hanno l’ “onere” di assorbire e filtrare enormi quantità di acqua più o meno pulita, come fanno alcuni pesci. In questo caso, stando a chi è del settore, i rischi variano in funzione della tipologia e dei tagli. Sembra infatti che le “maggiori cariche batteriche” siano riscontrabili nel pollo, in particolare nella pelle, ma anche nel suino. Quanto alla tipologia di tagli, quelle più a rischio sono le carni macinate, i tagli più piccoli e i salumi “troppo freschi”. Quindi meglio puntare sui tagli più grandi di carne e sui salumi più stagionati. Fatto questo necessario distinguo, passiamo ora all’apporto del limone, ma anche dell’aceto. Il limone in questo caso svolge una “blanda azione antibatterica”. Quindi meglio di quanto accade con il pesce crudo, ma resta inteso che, da solo, il limone non igienizza ne’ sanifica adeguatamente neppure la carne.
Frutta e verdura
L’apporto del succo di limone risulta indubbiamente più “prodigioso” su frutta e verdura. Gli acidi naturali, ma anche gli “oli essenziali”, contenuti in questo agrume, svolgono un ruolo di notevole supporto nella pulizia degli alimenti, prima del consumo. Per di più, con le dovute accortezze, il limone riesce a “disinfettare” frutta e verdura, senza provocare alterazioni di sapore. Vediamo come. La prima mossa consiste nell’aggiungere ad un recipiente d’acqua, il succo di vari limoni. A questo deve far seguito l’immersione della frutta e della verdura, giusto per una decina di minuti. Dopo di che, basterà chiudere il cerchio con un abbondante risciacquo in acqua. Sono vari quindi i “pesi e le misure” commisurati al limone, a seconda degli alimenti con cui si ha a che fare.