In pratica il quando e come si ritornerà a vivere dopo il coronavirus è il doppio quesito di una nazione intera. Va non: bene, ma benissimo la quarantena per evitare il peggio e salvare quante più vite umane possibili. Ma quel desiderio dei “tempi passati” cresce sempre più forte al pari del trascorrere della “detenzione”. Comprensibile. Secondo epidemiologi ed esperti scientifici quei non sono lontani e neanche immediati, ma soprattutto non saranno affatto uguali. E forse proprio su quest’ultimo punto è giusto che ognuno di noi inizi mentalmente a prepararsi.
Quando riapriremo le saracinesche della nostra vita?
Entriamo nel cuore del doppio dilemma quando e come si ritornerà a vivere dopo il coronavirus. La ripresa della normalità sarà in certo senso sancita dall’inaugurazione della stagione della “fase 2”. Che verosimilmente sarà per maggio. L’R0, ossia il coefficiente che esprime quanti nuovi contagiati può fare chi già lo è, si sta avvicinando a 1 dopo aver toccato il picco di 2. Solo quando l’R0 sarà stabilmente sullo 0,5 allora l’Italia intera riaprirà le saracinesche della vita. Ma sarà un proscenio nuovo, fatto di misure, regole, divieti, dispositivi e controlli del tutto nuovi.
Le attività commerciali
Ovviamente non vedono l’ora di riaprire tutte quelle attività ferme da un mese circa. Si pensi a bar, ristoranti, pizzerie, etc. Quando e come si ritornerà a vivere dopo il coronavirus? Sicuramente le loro riaperture saranno condizionate al rispetto di più ferrei e stringenti limiti di distanze tra i clienti. Con gravissime ripercussioni sul fatturato e l’occupazione. Un esempio per capire? Prendiamo un ristorante che fino ai primi di marzo aveva una capacità di coperti pari a 100 posti. Con i nuovi e prevedibili obblighi di distanza minima tra i clienti, è verosimile che quei coperti come minimo si dimezzeranno. Saranno al massimo 50. Non solo per ordini legislativi, ma anche perché sarà tanta la nostra paura del contagio che rifiuteremo a priori di entrare a mangiare una pizza dove la metà dei tavoli è già occupata. Si penserà: meglio un take away che rischiare “incontri indesiderati”. Idem per i negozi di generi alimentari, dove è probabile la clientela sarà fatta entrare a scaglioni per evitare calche di gente tra gli scaffali. O nei bar, dove sul balcone non si serviranno più di 2/3 caffè (al massimo) per volta.
Mezzi pubblici ed aziende e uffici
Un occhio speciale e di riguardo sarà destinato ai mezzi di trasporto pubblico: dal tram alla metropolitana, fino alle linee dei collegamenti tra città. Quando e come si ritornerà a vivere dopo il coronavirus? Anche qui la parola d’ordine sarà “distanza”, che inevitabilmente si tradurrà in un (almeno) dimezzamento della normale capacità produttiva di tutti questi vettori. Per aziende ed uffici, pubblici e privati, sicuramente in tanti saranno a prediligere lo smart working. Né l’azienda vorrà correre rischi, né i dipendenti vorranno esporsi a gratuiti rischi. Tale forma di lavoro inevitabilmente conoscerà un boom da qui ai mesi a venire.
Cinema, stadi, convegni in piazza e congressi
Vediamo ancora quando e come si ritornerà a vivere dopo il coronavirus. Chi infine sembra destinato ad attendere ancora in “quarantena forzata”, è il mondo dell’entertainment. È il caso degli stadi, impianti sportivi, concerti musicali o cinema e teatri. Per essi il sole non sembra schiudersi completamente almeno a breve. Si studieranno particolari misure ad hoc? E se sì, come e quali? Un bel casotto
A quando i baci e i mano-nella-mano per strada?
Ma sicuramente il vero dramma alla ripresa sarà nei rapporti umani. Com’è possibile fare una passeggiata al caldo delle serate di maggio e non stampare un bacio sulle labbra al proprio partner? O ad esempio fare un invito a una ragazza che ci piace tanto e magari conosciuta in quarantena, e rispettare il divieto di starle a un metro di distanza?!?