Quando dimentichiamo improvvisamente cosa stavamo facendo in casa o fuori, ci dobbiamo seriamente preoccupare?

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Probabilmente è successo a molti di noi. Decidere di uscire, cercare le chiavi, andare in una stanza a prenderle e domandarsi all’improvviso: perché sono qui? Cosa dovevo prendere?

Oppure uscire per comprare il pane. Entrare al supermercato, fare la spesa e una volta a casa accorgersi di non averlo comprato (ma di aver comprato tutto quel che non era urgente).

Dimenticare il motivo di una nostra azione ha a che fare con la memoria e la nostra capacità di focalizzarci sulle nostre azioni. È forse questo un principio di demenza e di Alzheimer? È normale quindi chiedersi se, quando dimentichiamo improvvisamente cosa stavamo facendo in casa o fuori, ci dobbiamo seriamente preoccupare.

Effetto porta o doorway effect

Se siamo entrati in una stanza e poi abbiamo completamente dimenticato per cosa ci siamo entrati, abbiamo sperimentato quello che è noto come effetto porta (doorway effect): è quasi come se la mente si fosse svuotata mentre cambiavamo posizione, pronta per una nuova esperienza o ingresso.

In uno studio recente (McFadyen J et al, 2021), gli scienziati affermano che l’effetto porta (noto anche come effetto di aggiornamento della posizione) sembra essere reale, ma solo quando il nostro cervello è occupato. Attraverso una serie di esperimenti in realtà virtuale, è stato chiesto a un totale di 74 volontari di muoversi attraverso stanze 3D generate al computer. Gli scienziati hanno scoperto che non è tanto l’ingresso in una nuova stanza a farci dimenticare quel che stavamo facendo.

Sono i cambiamenti bruschi (reali o mentali) a sovraccaricare il cervello. Qualsiasi azione deve essere pensata a più livelli se si intende eseguirla con successo. L’effetto porta si verifica quando ci spostiamo tra quei livelli. Se il cervello pensa di trovarsi in un contesto diverso, allora quei ricordi appartengono a una diversa rete di informazioni. Spostiamoci da una stanza all’altra e da qualche parte lungo la strada il contesto più ampio del piano generale si perde.

Quando dimentichiamo improvvisamente cosa stavamo facendo in casa o fuori, ci dobbiamo seriamente preoccupare?

Quando dimentichiamo improvvisamente qualcosa temiamo che possano essere i primi sintomi di vecchiaia, demenza o Alzheimer. È davvero così?

Si possono distinguere, in prima battuta, due diversi tipi di memoria:

a) la memoria episodica (ricordi personali, episodi, eventi vissuti);

b) la memoria semantica (legata alle nozioni imparate e alla cultura generale.

Nonostante siano correlati, questi due tipi di memoria sono comunque supportati da regioni parzialmente distinte nel cervello. La produzione di ricordi di eventi passati (legati alla memoria episodica) coinvolge gli ippocampi, strutture del lobo temporale mediale che si trovano al centro del cervello, nonché il lobo frontale, che contestualizza questi ricordi.

In generale, la malattia di Alzheimer è associata soprattutto a un declino della memoria episodica. Tuttavia alcuni studi, hanno evidenziato che ad essere intaccata è inizialmente la memoria semantica (Amieva H et al, 2008).

Non bisogna allarmarsi per l’effetto porta. È molto più probabile che si tratti di una distrazione più che di un sintomo della malattia.