Valutiamo insieme ai nostri Esperti quando conviene andare in pensione per non perdere soldi sugli assegni INPS e non subire penalizzazioni. Il lavoratore che si avvicina sempre più all’età pensionabile può spesso prendere in esame diverse misure previdenziali. Per capire quale possa rivelarsi l’opzione più vantaggiosa bisogna stabilire un confronto fra i trattamenti pensionistici a disposizione del singolo contribuente. Occorre pertanto verificare quali siano i requisiti di accesso alle diverse opzioni previdenziali e i corrispondenti importi spettanti. Ciò perché non sempre l’assegno mensile che il lavoratore riceverà una volta in pensione potrà dirsi all’altezza delle sue aspettative. Valutando per tempo gli eventuali margini di perdita che una misura previdenziale comporta rispetto ad un’altra anche la scelta sarà più consapevole.
Molti lavoratori che intendono concludere la propria carriera professionale con largo anticipo temono di ricevere importi assai esigui. In un precedente articolo la nostra Redazione ha risposto ai Lettori che chiedevano “Quanto si perde se si va in pensione prima?”. A preoccupare maggiormente sono infatti i tagli sul rateo spettante. Di qui l’interrogarsi in merito a quando conviene andare in pensione per non perdere soldi sugli assegni INPS. Risulta evidente che chi si pone una domanda simile ha come obiettivo principale quello di percepire mensilmente una lauta somma di denaro.
Quando conviene andare in pensione per non perdere soldi sugli assegni INPS?
Per quanto alcune modalità di anticipo pensionistico non comportino penalizzazioni, resta fermo che il rateo mensile si riduce rispetto a quello della pensione di vecchiaia. A titolo esemplificativo, possiamo citare la misura previdenziale Opzione Donna che offre il vantaggio di un anticipo pensionistico. Le lavoratrici stanche di rispondere agli impegni professionali e insieme ai bisogni familiari optano per questo trattamento. Tuttavia abbandonare con qualche anno di anticipo l’impiego comporta perdite che in alcuni casi arrivano fino al 40% dell’importo. Ne consegue che se l’interesse maggiore riguarda un assegno pensionistico più consistente conviene anzitutto mettere da parte qualunque progetto di prepensionamento. Ciò perché si conferma di gran lunga più redditizio continuare a lavorare per più anni in modo da accrescere ulteriormente il montante di contribuzione. Una pensione di vecchiaia garantirà pertanto ratei più generosi dal momento che il calcolo previdenziale prevede il ricorso al sistema contributivo.