Con la sospensione delle cartelle esattoriali e l’indicazione di quali tasse non si pagano, il decreto Cura Italia ha inteso fornire un primo paracadute. Stiamo assistendo ad una caduta verticale dell’economia nazionale dovuta all’imperversare del virus e al conseguente blocco delle attività produttive e lavorative. Più volte il Ministro dell’Economia Gualtieri aveva già dichiarato l’intenzione “posticipare una serie di adempimenti per venire incontro alle oggettive difficoltà di contribuenti e operatori del Fisco”. Ciò in concomitanza con l’isolamento e il distanziamento sociale imposti dalle misure sanitarie a tutela della salute pubblica. D’altronde, la chiusura degli sportelli pubblici avrebbe reso difficoltoso l’espletamento dei pagamenti per alcune categorie di contribuenti che non hanno accesso ai servizi online.
A sostenere le sorti economiche di molti nuclei familiari duramente scossi dagli attacchi sferrati dal virus è intervenuto il governo con alcuni decreti ad hoc. L’obiettivo principe coincide con la temporanea sospensione delle cartelle esattoriali e il rinvio di una serie di adempimenti per arginare le difficoltà dei contribuenti. Consentire la procrastinazione dei pagamenti garantirebbe un minimo margine di autonomia economica ai lavoratori autonomi. Facciamo luce su quali tasse non si pagano col decreto Cura Italia che, come auspicato, ha statuito lo slittamento della più parte delle scadenze fiscali.
Quali tasse non si pagano
Elenchiamo di seguito cosa non si paga nei giorni del coronavirus. Nel novero delle tasse che non si pagano rientrano “tutti i versamenti in scadenza nel periodo dall’8 marzo al 31 maggio 2020, derivanti dalla cartelle di pagamento, dagli avvisi di addebito e dagli avvisi di accertamento esecutivi”. Tali pagamenti sono attualmente bloccati e rinviati al 30 giugno 2020, salvo nuove disposizioni governative.
Il decreto del 16 marzo scorso ha inoltre sospeso tra l’8 marzo e il 31 maggio 2020 le cartelle esattoriali. Come diretta conseguenza ha interdetto all’Agenzia delle Entrate l’attuazione di operazioni di riscossione. Con queste ultime devono intendersi i fermi ammnistrativi, le ipoteche e il pignoramento finalizzati al recupero dei debiti già in scadenza prima dell’epidemia.
La sospensione imposta dal governo riguarda anche “il pagamento delle rate dei piani di dilazione “ con una scadenza prevista tra l’8 marzo e il 31 maggio. Il contribuente potrà inviare all’Agenzia delle Entrate entro il 30 giugno 2020 una domanda per richiedere la rateizzazione delle cartelle di pagamento. Ulteriore agevolazione ha raggiunto quanti tenuti al pagamento della Rottamazione-ter, già scaduta a febbraio scorso, e del “Saldo e stralcio”. Il decreto ha spostato il pagamento al 31 maggio 2020, ma lo impone entro questo termine, pena la perdita dei benefici legati alla Rottamazione-ter.