Il mondo del lavoro penalizza spesso le lavoratrici donne, soprattutto se anche madri. Conciliare l’attività lavorativa con la gestione della famiglia e dei figli è, infatti, molto complesso. Raramente i datori di lavoro concedono facilitazioni per agevolare le madri che lavorano. In alcuni casi, addirittura, le lavoratrici subiscono vere e proprie discriminazioni. Oltre a questo, le statistiche rivelano che le donne percepiscono retribuzioni inferiori rispetto ai colleghi uomini. Esistono però delle eccezioni. In un recente articolo, abbiamo approfondito l’iniziativa di una banca che concede prestiti ventennali non garantiti alle mamme che lavorano. Oggi vogliamo esaminare quali sono le agevolazioni per anticipare la pensione delle mamme lavoratrici e comprendere se sono davvero convenienti. Premettiamo che la normativa ha introdotto alcune misure finalizzate ad un più agevole accesso alla pensione. Spesso, però, il problema nasce durante il periodo lavorativo dove le donne devono, molte volte, scegliere tra lavoro e famiglia.
Il problema degli anni di contribuzione
In teoria, la normativa previdenziale prevedrebbe una serie di agevolazioni per le donne lavoratrici. Purtroppo, però, questi incentivi sono spesso poco utili. Le donne devono in molti casi interrompere l’attività lavorativa per dedicarsi alla famiglia. Oltre a penalizzare la carriera, queste interruzioni hanno ripercussioni negative anche sulla futura pensione. Le agevolazioni previste dall’INPS, infatti, fanno riferimento ad una base contributiva spesso difficile da raggiungere per molte. Ci riferiamo ad Opzione donna che richiede 35 anni di contributi, Ape sociale che ne prevede almeno 30 e Quota 100 con 38 anni di contribuzione. Ma richiedono un numero minimo di contributi impegnativo anche gli scivoli per lavoratrici precoci o impegnate in lavori usuranti. Allo stesso modo anche la pensione di vecchiaia con 20 anni di contributi minimi. Insomma, non tutte le agevolazioni previdenziali sono davvero efficaci per le mamme che lavorano.
Quali sono le agevolazioni per anticipare la pensione delle mamme lavoratrici
In linea generale, le donne possono richiedere la pensione prima degli uomini. Il vantaggio, però, si riduce spesso a pochi mesi ed è talvolta nullo per le lavoratrici autonome. Abbiamo visto che le donne, in molti casi, faticano a raggiungere il montante contributivo richiesto dalla normativa. A loro tutela, l’INPS prevede un incentivo di quattro mesi di contribuzione figurativa per ogni figlio avuto. Questa facoltà arriva fino ad un massimo di 12 mesi ed ha un duplice vantaggio. Oltre ad anticipare di alcuni mesi l’età pensionabile, i contributi aggiuntivi aumentano anche il montante contributivo. Di conseguenza, consentono di aumentare il futuro assegno previdenziale. Tra le agevolazioni previdenziali per le mamme che lavorano, la contribuzione aggiuntiva è certamente una delle più interessanti. L’incentivazione è valida sia per le lavoratrici soggette ad un calcolo contributivo puro, sia a chi abbia iniziato a lavorare prima del 1996.