Qualche dato macro, in arrivo sui mercati azionari dagli USA e inferiore al previsto, ha paradossalmente rassicurato, seppur in parte, gli investitori. Questi ultimi, infatti, restano in attesa di lumi sulle prossime decisioni della Banca centrale statunitense. Il motivo? Perché è più che altro da quel fronte che soffiano possibili venti nuovi riguardanti le politiche sui tassi di interesse. Ad ogni modo la fiducia sembra sempre più forte, sebbene non si possa parlare certo di euforia.
Quali sono i settori dei mercati azionari sui quali conviene investire oggi?
Ma a questo punto la domanda è lecita: con il progredire delle riaperture, quali sono i settori dei mercati azionari sui quali conviene investire oggi? Da T. Rowe Price, nel suo outlook di inizio maggio, si evidenzia la presenza sempre più costante di un trend caratterizzato dalla normalizzazione. A questo si aggiungano anche i numerosi stimoli fiscali e monetari. Da tutto questo è facile aspettarsi un miglioramento del PIL mondiale nel corso dell’anno. La strategia di investimento suggerita punta verso quei settori finora trascurati. In primis small-cap e titoli value.
Questo perché il periodo di incertezza, soprattutto durante la prima fase della pandemia, ha portato queste voci a sottoperformare. Nello specifico, però, i value, stando al report, avrebbero ancora un range piuttosto ampio di recupero prima di raggiungere i loro avversari, ovvero i titoli growth. Non solo, ma i value vantano anche la possibile spinta in arrivo, derivante da un futuro rialzo dei tassi e da una previsione di crescita economica. Uno scenario che avvantaggerebbe il settore finanziario, protagonista dei value.
I temi di investimento
Restano comunque validi i temi di investimento finora messi in risalto dagli esperti. Ultimi in ordine di tempo, quelli di Mirabaud Asset Management. A livello globale, grande interesse suscitano i futuri protagonisti dei mercati e dei portafogli investimento. Su tutti le energie rinnovabili, il settore dei big data, quello dei sanitari, in particolare considerando l’indotto creatosi con l’invecchiamento della popolazione e, non ultime, le infrastrutture.