Quali sono i pericoli per i nostri soldi e investimenti in seguito alla pandemia

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Quali saranno le conseguenze della pandemia sulla nostra vita e sul nostro portafoglio? Come influenzerà i nostri soldi il cambiamento dopo il coronavirus? Aumenteranno le disuguaglianze? Come cambierà la globalizzazione? USA e Cina si faranno davvero una nuova guerra fredda? Queste ed altre domande sono pressanti, soprattutto nella vita di tutti i giorni. Soprattutto quando guardiamo l’estratto conto, e quando tiriamo fuori il portafoglio. Quindi, quali sono i pericoli per i nostri soldi e investimenti in seguito alla pandemia?

In tutto il mondo, la pandemia da Covid-19 sta accelerando le disuguaglianze nella distribuzione della ricchezza. I ricchi stanno diventando sempre più ricchi. Perché? Grazie all’iniezione nel sistema finanziario di colossali masse di denaro, che premiano i mercati finanziari. Dove investono soprattutto quelli che possono farlo (ovunque, inutile nasconderlo). I poveri stanno perdendo il lavoro e, a volte, purtroppo la stessa vita, esposti come sono al contagio anche per il tipo di occupazione che hanno, più a contatto con altri, ad ogni livello. Come cambierà il mondo dopo la pandemia, tra deglobalizzazione, nuova Guerra Fredda e solidarietà?

Proviamo a vedere come la pensa uno che ci capisce, il premio Nobel per l’economia 2001 Joseph Stiglitz.

Quali sono i pericoli per i nostri soldi e investimenti in seguito alla pandemia

 

  • Ripresa economica a “V”, quindi molto rapida? Per Stiglitz (noto pessimista e antitrumpiano, per cui se l’economia va a rotoli Trump non sarà rieletto) non se ne parla neanche. Ma spiega perché. Ci sono due incertezze 1) Come andrà la pandemia 2) Quanto saranno efficaci le misure varate da governi e banche centrali per aiutare l’economia. A queste aggiungiamo quello che c’era già prima: cambiamenti strutturali dell’economia, transizione digitale e cambiamento climatico. L’economia non si riprenderà fino a quando la pandemia non sarà definitivamente sotto controllo. E qui non ci vuole un premio Nobel per dirlo… Lo Stato riacquisterà un ruolo centrale, anche per migliorare ricerca scientifica, sanità e sistemi di protezione sociale. E saranno più percepibili i limiti di un mercato lasciato senza controllo.
  • Pandemia e pioggia di denaro iniettata nel sistema finanziario da governi e banche centrali stanno aumentando le diseguaglianze. Come mai? In che forma? A causa delle politiche monetarie messe in piedi dopo la crisi del 2008 (tassi di interesse bassi o addirittura negativi) e delle iniezioni di denaro dei QE. Come risultato, i titoli di Stato sono scesi, e le azioni sono salite. E le azioni le comprano eminentemente quelli che, come detto, “hanno i soldi”. Ovunque. Chi vuole sicurezza (pensionati, fasce meno abbienti) è invece costretto a investire i propri risparmi in titoli di Stato, che oggi rendono poco o nulla.
  • “America the Brave”, ma anche “the unprepared”. Perché la nazione più potente del mondo, sotto ogni punto di vista, ha fallito così miseramente, quando poteva avere ogni vantaggio, operando per tempo? Colpa delle debolezze del sistema sanitario e di quello della sicurezza sociale. I tagli di budget di questa amministrazione, poi, hanno soppresso anche una speciale task force anti-pandemia istituita dall’ex presidente Barak Obama. E se l’America soffre, soffrono tutti.

Altre conseguenze della pandemia sulla nostra vita e sul nostro portafoglio

America e Europa quasi si equivalgono, economicamente parlando. Ma negli USA sono già stati spesi 3 trilioni di dollari, per fronteggiare la crisi. Qui da noi, invece, si continua a discutere. Tante belle parole ma, per adesso, neanche un centesimo. E si continua ad aspettare. Il calibro della risposta europea è, comunque, nettamente inferiore a quello americano. Gli effetti finali, dunque, saranno inferiori. Inoltre, l’idea di accumulare maggior debito nei singoli Paesi, anziché mettere in piedi meccanismi di solidarietà, è terribile per Stiglitz. Quando i tassi saliranno, i paesi con elevato debito pubblico avranno enormi problemi. Come verranno affrontati? La soluzione non possono essere che gli eurobond, o comunque forme di solidarietà e mutualizzazione dei debiti, e deve trattarsi di erogazioni, non prestiti.

Cina e USA si stanno sempre più scontrando. Le cause?

Una gara economica mondiale, la competizione geopolitica, ragioni di sicurezza nazionale, la supremazia tecnologica. Si tratta di una “nuova Guerra Fredda”, che non finirà nemmeno con la vittoria di un presidente democratico (come lui spera). Con un presidente Dem, però, ci potrebbe essere maggior razionalità ed equilibrio nell’agenda economica. In merito al commercio, l’era dell’iperglobalizzazione è finita, dice il Nobel. La crisi ha accelerato un trend che era visibile anche prima della pandemia. Negli ultimi anni la fetta del PIL mondiale legata al commercio è scesa, in particolare gli investimenti diretti nelle economie emergenti.

Come e dove investire, dunque? La gente oggi ha paura, e anziché spendere i soldi che guadagna, li lascia sul conto corrente (sbagliando, e di brutto). Per far ripartire l’economia bisogna ricostruire un clima di fiducia. Investire sul dollaro, valuta di riserva mondiale? Difficile dirlo: i movimenti dei cambi sono legati a fattori politici spesso difficili da prevedere. I titoli tech? Sopravvalutati. Alcuni elementi, infatti, potrebbero frenare la galoppata dei giganti tecnologici. Quali? Politiche anti monopolistiche (sicure, segnatevele); la concorrenza di nuove società; il possibile rallentamento di modelli di business basati sulla pubblicità. Il vero futuro è la sostenibilità.