Quali investimenti fare a febbraio 2022 in Poste o in banca per garantirsi una piccola rendita? 

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Il quadro dei rendimenti (certi o potenziali) che si presenta al piccolo risparmiatore è alquanto variegato in questo inizio anno. Precediamo con ordine, dunque, vedendo quali investimenti fare a febbraio 2022 in Poste o in banca con i propri risparmi.

La scelta sicuramente perdente: il conto corrente

La prima e naturale opzione del piccolo risparmiatore è quella di rifugiarsi sul conto corrente (postale, bancario o online). L’opzione è tuttavia perdente nella misura in cui il c/c, da ottimo per strumento di pagamento, gestisce anche tutta la liquidità eccedente. Secondo gli esperti, quest’ultima sarebbe quella più o meno eccedente 5mila euro, salvo gli opportuni distinguo.

Per avere idea di quanto costi oggi detenere la liquidità in conto, ecco quanto valgono dopo 12 mesi 100mila depositati sul c/c il 1° gennaio 2021.

Quali potrebbero essere gli investimenti in Poste a febbraio 2022

Gli attuali rendimenti offerti da Cassa Depositi e Prestiti non sono stati ancora adeguati ai livelli dell’inflazione. Questi sperati ritocchi arriveranno nel corso dell’anno? Poiché non è dato saperlo, nel dubbio forse si potrebbero considerare prodotti di breve-medio durata.

Per chi punta a soluzioni di brevissimo respiro, una buona soluzione potrebbe essere l’offerta Supersmart. Consente di ottenere un tasso di interesse più elevato rispetto a quello previsto sulle somme non accantonate. Allo stato attuale, il tasso annuo lordo a scadenza è dello 0,40%.

L’offerta è rivolta ai titolari di libretti Smart (accantonamento minimo 1.000 euro) e si attiva in ufficio postale, da app BancoPosta e dal sito di Poste. L’offerta si può disattivare anche prima della scadenza, maturando però solo gli interessi al tasso base.

Quali investimenti fare a febbraio 2022 in Poste o in banca per garantirsi una piccola rendita?

Anche per chi ha il conto in banca le possibili soluzioni non mancano. Tutto dipende dal proprio grado di rischio, l’obiettivo e la durata dell’investimento. Limitiamo l’attenzione a 3 sole possibili casistiche basate su tempo e propensione al rischio.

Sul breve periodo (fino a qualche anno) una buona opzione la offrono i conti depositi. Fino a 100mila euro di deposito sono tutelati dal FITD (se l’intermediario aderisce al fondo) e di norma non prevedono costi di apertura, gestione e chiusura. In questo caso si potrebbe chiedere alla propria banca se propone offerte speciali alla clientela, specie sui prodotti a vincolo e/o sui nuovi versamenti.

Più in generale, abbiamo già visto qual è il miglior conto deposito per il piccolo risparmiatore.

Qualche soluzione per chi ha discreta propensione al rischio

All’aumentare del periodo dell’investimento (dai 4-6 anni in su) e del proprio grado di rischio, le opzioni sul mercato iniziano a farsi interessanti.

Per chi vuole sapere a priori i possibili scenari futuri di un investimento, una soluzione potrebbe essere i certificates. Il loro grado di rischio varia molto a secondo della struttura del prodotto. Accanto a quelli a leva (adatti agli specialisti), troviamo certificati a capitale protetto, condizionatamente protetto e quelli non protetti. Come per tutti i prodotti d’investimento, all’aumentare dei rischi salgono sia i possibili guadagni che le perdite. I certificates potrebbero andare bene in ottica di medio periodo per diversificare il proprio portafoglio.

Infine, per chi punta al lungo periodo e non vuole perdersi i guadagni che i mercati azionari mondiali sono in grado di offrire, abbiamo il PAC. Individuare il punto di ingresso “ottimale” sulle Borse è assai difficile. Con il Piano di Accumulo, invece, gli acquisti si spalmano nel tempo ottimizzando il prezzo medio di carico. Secondo i nostri studi, restano ancora altri 13 mesi per accumulare posizioni sui mercati azionari mondiali per ottenere rendimenti fino all’11% all’anno.