Quali BTP e titoli di Stato hanno erogato i maggiori profitti e rendimenti nel decennio dal 2010 al 2020?

BTP e BOT

In quest’articolo gli Esperti di ProiezionidiBorsa prenderanno in considerazione le obbligazioni dell’ultimo decennio. In particolare verificheremo se una delle leggi dei mercati obbligazionari è risultata valida anche per quest’arco temporale preso a riferimento.

Ma soprattutto, in caso affermativo, vedremo di capire quale lezione è possibile trarre. Ma procediamo con ordine e vediamo quali BTP e titoli di Stato hanno erogato i maggiori profitti e rendimenti nel decennio dal 2010 al 2020.

Punto primo: quando comprare dei mercati obbligazionari

Il primo punto da cui partire è quello di capire quando conviene maggiormente comprare BTP e titoli di Stato. Al riguardo abbiamo già risposto in questo articolo. Qui ricordiamo solo brevemente che i casi sono i seguenti:

a) quando i tassi d’interesse sono alti (rispetto alla loro media) e attesi in discesa;

b) quando invece è l’inflazione alta (sempre rispetto alla sua media storica) ed è stimata in discesa.

Ora, come sono andate le due variabili macroeconomiche nell’ultimo decennio? Ne prendiamo in considerazione una delle due, perché più strettamente legata alle dinamiche macroeconomiche nazionali.

Il grafico sottostante (fonte: Rivaluta) ci fornisce l’andamento dell’inflazione da gennaio 2010 a novembre 2020. Da esso si desume che la media del decennio è stata dell’1,1%, col picco minimo pari a –0,6% e quello massimo +3,4%.

grafico inflazione

Punto secondo: uno sguardo ai rendimenti obbligazionari

Ora, il secondo passo da fare è controllare se le emissioni obbligazionarie del Tesoro italiano abbiano a grandi linee seguito questo trend dell’inflazione.

Ossia ci dovremmo attendere che i maggiori rendimenti siano quelli in concomitanza con le emissioni di inizio decennio. Quando l’inflazione è stata alta e, particolare non indifferente, anche lo spread era alle stelle. La crisi dei debiti sovrani era infatti scoppiata in quegli anni e l’Italia, insieme ad altri Stati, i c.d. “periferici”, erano finiti nel mirino dei mercati internazionali.

Quindi, dovrebbero essere state le emissioni avvenute tra il 2011 e il 2012 quelle più generose. Ora ci chiediamo: è andata a finire proprio così?

Procediamo prendendo in considerazione solo alcune delle tante emissioni che si sono avute nel decennio. In particolare, abbiamo scelto i seguenti BTP decennali:

a) il BTP codice ISIN IT0004634132, inizio negoziazione il 31/08/2010 e scadenza il 1° marzo 2021, ha cedola pari al 3,75%;

b) il BTP codice ISIN IT0004801541, inizio negoziazione 29/02/2012 e scadenza il 1° settembre 2022, ha cedola pari al 5,50%;

c) un altro decennale, il BTP codice ISIN IT0005210650, con data inizio negoziazione il 29/07/2016 e scadenza dicembre 2026, ha cedola pari all’1,25%;

d) infine prendiamo il decennale emesso a giugno scorso, in piena Fase 2. Ora, quel BTP (ISIN IT0005413171, scadenza dicembre 2030) è stato emesso con cedola dell’1,65%, quando lo spread era circa in area 190-170.

Punto terzo: la legge si dimostra ancora valida

Com’era più o meno prevedibile, quella semplice buona norma dei mercati obbligazionari di cui agli inizi, si è confermata valida. Ovvero i maggiori rendimenti si ottengano quando tassi e/o inflazione e/o spread si trovano ai loro massimi e se ne prevede una loro discesa.

Certo, va anche sottolineato che quando lo spread è alto vuol dire che il mercato s’interroga maggiormente sulla capacità di rimborso del soggetto emittente. Detta diversamente, anche lo spread è un indice importante da tenere in considerazione prima di investire. Aiuta infatti a ponderare il concetto di rischio/rendimento, e a ribadire altresì che a maggiori guadagni corrispondono anche maggiori rischi.

Dunque, chi, nel decennio ormai in chiusura avesse comprato ai tempi dello spread alle stelle, negli ultimi mesi del Governo Berlusconi, si è garantito alti rendimenti.

Oggi i tassi d’interesse BCE sono praticamente nulli; l’inflazione in quest’autunno è addirittura negativa. Infine, lo spread, dopo l’impennata di inizio anno, è oggi in area 116-117. Morale: alle attuali condizioni di mercato (che tuttavia potrebbero non essere più valide nel futuro prossimo) difficile fare l’affare com’è avvenuto a inizio decennio.

Ecco dunque illustrato in sintesi quali BTP e titoli di Stato hanno erogato i maggiori profitti e rendimenti nel decennio dal 2010 al 2020.