Abbiamo visto come il Governo abbia cercato di tamponare la crisi economica e l’ondata di disoccupazione, stabilendo il divieto dei licenziamenti per tutto il periodo Covid. Abbiamo assistito, inoltre, a come abbia introdotto misure per superare la pandemia, a sostegno dei lavoratori delle imprese e delle famiglie. Tuttavia, la resa dei conti arriverà e bisognerà andare incontro alle conseguenze economiche del dopo emergenza. La riflessione è la seguente: le imprese in crisi, venendo meno il divieto, inizieranno a licenziare i lavoratori in esubero. E’ inevitabile, in primis perché la normativa emergenziale non potrà durare in eterno.
Essa, infatti, è, per definizione, destinata a durare per un periodo di tempo determinato. Inoltre, nonostante gli aiuti, le imprese stanno soffrendo e avranno bisogno di un pò di tempo per riprendersi. Sicchè, ad un’indagine preventiva sull’argomento, i numeri che ne sono derivati hanno spaventano il Governo. Ciò in quanto si prevede che, alla scadenza del blocco dei licenziamenti, ci potrebbe essere un milione di esuberi. Quindi, si ci chiede: “ Quale sarà la sorte dei lavoratori dopo il Covid e dopo il blocco ad oltranza dei licenziamenti?” Urgono: una riflessione da parte del Governo e una decisione per salvare la nazione.
Quali sono le proiezioni e quali le proposte
Il problema in discorso troverà concretezza in tempi non molto lontani ma abbastanza prossimi. La data è quella del 31 marzo 2021, quando scadrà il divieto dei licenziamenti. A quel punto, come anticipato, le imprese penseranno subito di eliminare l’organico in esubero. Quindi, per il 2021, sul fronte del lavoro, si prevede una vera e propria catastrofe. Infatti, basandosi sulle stime intraprese, fin da subito, a partire dalla data indicata, potrebbero saltare circa 250mila posti di lavoro. A questa cifra, se ne andrebbero ad aggiungere altri 750mila circa, entro la fine del prossimo anno. L’esito della stima?
Circa un milione di nuovi disoccupati, che si andrebbe ad aggiungere al numero pregresso. A questi, poi e ad aggravare ulteriormente la situazione, si andrebbero a sommare i circa 400mila precari, con contratti non rinnovati. A fronte di tutto ciò, riprende vigore l’interrogativo anzidetto: “ Quale sarà la sorte dei lavoratori dopo il Covid e dopo il blocco ad oltranza dei licenziamenti? Urgono: una riflessione da parte del Governo e una decisione per salvare la nazione. Sicchè, il Ministro del Lavoro, sta elaborando un piano straordinario che coinvolga le Regioni e l’Agenzia nazionale per le politiche attive sul lavoro (Anpal).
Quali le difficoltà e quali le idee in campo
Certo, occorre una manovra per salvare la Nazione e i posti di lavoro ma quale? Le difficoltà che si frappongono all’attuazione di ulteriori piani straordinari, sono oggettive. Anzitutto, sono in viaggio circa 500 milioni di euro, stanziati dalla Legge di Bilancio per stabilizzare circa 500 milioni di precari. Inoltre, occorre concludere il percorso di assunzione di 11.600 nuovi addetti ai Centri per l’impiego. Tuttavia, il tempo manca e la data del 31 marzo è vicina! A questo punto, dove bisogna tagliare le spese? Le soluzioni alitate per superare l’empasse, sono state due: ridimensionare il Reddito di Cittadinanza e/o favorire i prepensionamenti. In questo modo, verrebbe consentito lo smaltimento dei dipendenti con maggiore anzianità e l’ingresso nel mondo del lavoro di nuove risorse.