Le guerre sono una costante nella storia dell’Umanità. La lista di tutte le guerre da quella di Troia in poi è riportata al seguente link.
E’ di oggi l’ultima provocazione della Corea del Nord che, aggiungendosi a un elenco già molto lungo, potrebbe portare a una guerra con gli Stati Uniti e i suoi alleati. Chiaramente l’arsenale nucleare della Corea del Nord porterebbe a un possibile conflitto a un livello più alto rispetto a quelli avvenuti negli ultimi decenni. Nonostante ciò siamo andati a studiare le reazioni dei mercati azionari ai conflitti più importanti degli ultimi trent’anni.
I conflitti che abbiamo preso in considerazione sono i seguenti:
- Ia Guerra del Golfo: dal 2/8/1990 al 28/2/1991
- Guerra di Bosnia: dal 1/3/1992 al 14/12/1995
- Guerra in Afghanistan: dal 7/10/2001 ancora in corso
- IIa Guerra del Golfo: dal 20/3/2003 al 18/12/2011
Nel grafico seguente sono indicate con una freccia rossa le date di inizio di ciascuna guerra e la massima perdita rispetto alla data di inizio di ciascuna guerra.
Si può notare come, tranne nel caso della Ia Guerra del Golfo quando c’è stato un immediato calo di circa il 20%, negli altri casi i mercati finanziari sono rimasti praticamente impassibili ai conflitti. Anzi, nell’immediato inizio bellico le quotazioni sono partite al rialzo. Può sembrare strano, ma il cinismo dell’economica vede le guerre come un’opportunità per le industrie belliche, per i profitti legati alla ricostruzione e così via.
Guardando, quindi, quanto successo in concomitanza con le principali guerre possiamo dire che un’eventuale guerra con la Corea del Nord potrebbe essere vista dai mercati azionari come un’opportunità di acquisto. Lo scenario, quindi, potrebbe essere quello classico: immediato e veloce ribasso seguito, poi, da una ripresa delle quotazioni.
Vogliamo, però, ribadire che in un eventuale conflitto con la Corea del Nord ci sarebbe da tenere conto della variable “armi nucleari” non presente in alcuna guerra precedente.
Abbiamo anche studiato la reazione dei mercati ai test missilistici nord coreani nel corso del 2017.
Nel grafico seguente la linea indica il giorno precedente a quello in cui è stato effettuato il test missilistico. Come si può facilmente intuire non ci sono state reazioni di lungo periodo particolarmente negative ai test missilistici. A parte le reazioni in apertura di contrattazioni, come avvenuto oggi ad esempio, tutto è andato avanti incurante dei test della Corea del Nord.
Conclusione: se i precedenti ci insegnano qualcosa, possiamo concludere che un eventuale conflitto con la Corea del Nord non dovrebbe portare conseguenze negative di lungo termine sui mercati azionari. Anzi, il ribasso a caldo potrebbe essere un’interessante opportunità di acquisto. Ovviamente tutto questo non tiene conto della variabile nucleare.