La notizia di oggi riguarda il petrolio. Nello specifico il vertice OPEC+ che deve registrare un altro rinvio. Infatti i membri dell’Organizzazione che riunisce i Paesi esportatori di petrolio non è riuscita a trovare un accordo sulle nuove politiche di tagli alla produzione. Infatti gli Emirati chiedono che, in caso di estensione del programma di aumento della produzione, la quota di riferimento per Abu Dhabi venga rivista al rialzo.
In altre parole dagli attuali 3,17 milioni di barili al giorno si dovrebbe passare ai 3,8 milioni di barili. Una richiesta che il ministro saudita ha invece respinto. Un impasse che, nell’immediato, ha portato a diverse conseguenze. La prima, come detto, è una seduta che è stata aggiornata “a data da destinarsi”. Inoltre si è registrato anche un aumento dei prezzi del petrolio, parallelamente ad una generica debolezza dei mercati azionari.
Questo perché, e qui si entra nel campo delle conseguenze a lungo termine, uno stallo sul petrolio ed un conseguente rialzo delle quotazioni, potrebbe favorire a sua volta una già pericolosa inflazione. Il che porterebbe come ad un aumento, più in generale, delle commodity. Ma qual è la materia prima che guadagnerà di più nei prossimi anni? Si sa che l’aumento del costo della vita porta con sé anche alcuni rischi sugli investimenti. In particolare sui rendimenti. Per questo motivo ci si sposta, spesso, sulle materie prime attraverso varie strategie: acquisto del bene fisico in sé ma anche di azioni delle aziende legate alla lavorazione della materia prima. Da citare anche eventuali ETF, future ed ETC.
Qual è la materia prima che guadagnerà di più nei prossimi anni?
Per quanto riguarda il prossimo futuro, come accennato, il petrolio resta un osservato speciale. La transizione energetica è un processo lungo ed il cambio del testimone non avverrà certo dall’oggi al domani. Anche perché il petrolio è il perno centrale non solo dei trasporti ma anche della produzione di molti prodotti di uso quotidiano. In linea generale, però, si è visto recentemente un rialzo di tutte le principali materie prime: dal rame al legno passando anche per il grano e il riso. Ma uno dei (tanti) casi eclatanti si è registrato nel settore dell’edilizia con aumenti che da novembre 2020 ad aprile 2021 si sono spinti per alcune voci, al 150%. Andando avanti si può guardare al rame che sempre nello stesso periodo ha sfiorato il 30%. Con il famoso superciclo delle commodity spesso citato, i fari si sono accesi anche verso protagonisti finora sconosciuti. Protagonisti spesso indispensabili nel settore hitech.
Ma quello delle materie prime è un ramo estremamente eterogeneo e in cui le variabili sono tante e differenti a seconda della voce trattata. Un esempio? Quando si investe in alcuni tipi di commodity, ad esempio le soft commodity, è necessario prendere in considerazione anche gli innegabili cambiamenti climatici. Per questo motivo in un portafoglio ben organizzato ma caratterizzato da una presenza di materie prime, la strategia da adottare resta sempre la diversificazione.