Qual è il quoziente di compatibilità nella coppia che sfata il mito dell’attrazione tra opposti

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Perché il quoziente di compatibilità nella coppia che sfata il mito dell’attrazione tra opposti, va tenuto in considerazione

Nell’eterno gioco delle dinamiche di coppia, siamo spesso bombardati da frasi fatte e luoghi comuni. Per cui c’è chi parteggia per la logica secondo cui “gli opposti si attraggono”. Di contro, c’è chi è fautore del detto secondo cui “chi si somiglia, si piglia”. Due posizioni praticamente opposte che tendono a fare luce sulla tematica mai sviscerata, fino in fondo, di ciò che si cela dietro alle nostre scelte di coppia. Perché si sceglie un partner piuttosto di un altro? Quale consapevolezza c’è dietro queste scelte che forse più di altre, ci si porta dietro per tutta la vita? Meri richiami ormonali o affinità elettive? A tentare di dipanare l’intricata matassa, sopraggiunge uno studio britannico. Vediamo quindi ora qual è il quoziente di compatibilità nella coppia che sfata il mito dell’attrazione tra opposti.

Il quoziente di compatibilità

Dopo il Q.I., vale a dire il “Quoziente Intellettivo”, ora è la volta del Q.C. ovvero del “Quoziente di Compatibilità”. L’autore è lo studioso e psicologo britannico Glenn Wilson, che ha messo a punto un “termometro” per misurare come varia la temperatura nella dinamica delle coppie. Perché all’ardore degli inizi, può spesso subentrare la calma piatta della vita di routine, fino agli eccessi delle dinamiche conflittuali. Al contrario di quanto si potrebbe essere indotti a pensare, gli opposti, a lungo andare, non si attraggono affatto. Viene così ad essere letteralmente smantellato un mito tramandato di generazione in generazione.

Secondo Wilson e forse non solo secondo lui, in amore le differenze non aiutano affatto. Tra gli indicatori messi a punto da Wilson per misurare la compatibilità di coppia, si annoverano idee politiche, orientamenti religiosi, generi musicali, stili di vita, fino a toccare ambiti più spiccatamente personali. Come atteggiamenti che si assumono dinnanzi alle vicende della vita, aspetto fisico e capacità intellettive. C’è infatti chi si è spinto ad affermare che le coppie più affiatate, tendono nel tempo a somigliarsi pure nell’aspetto esteriore. Quindi per far durare una coppia nel tempo, meglio puntare sugli elementi di affinità, anziché sulle divergenze. Del resto, se si pensasse in modo diverso su tutto, come si potrebbe pensare di costruire una relazione duratura e serena? Il litigio sarebbe appostato dietro ad ogni angolo.

Chi si somiglia si piglia

Accantonata dunque, almeno secondo Wilson, la filosofia degli “opposti che si attraggono”, torna quindi in auge l’assunto del “chi si somiglia si piglia”. Infatti, fatte salve le primissime scaramucce di coppia, dove il diverso da sé può molto attirare la nostra attenzione, il “poi” si gioca su tutt’altro registro. Ciò significa che se si mira a relazioni più serene e durature, meglio scegliere le cosiddette “anime compagne”. Vale a dire quelle persone con le quali si avverte una sintonia e una complicità che dal mentale trasmuta all’emozionale. Dove spesso basta un gioco di sguardi, per cogliersi al volo.

Dove l’altro è in grado addirittura di anticiparci. Un’alchimia che quindi si gioca su piani diversi dalla semplice attrazione fisica. Ecco perché il quoziente di compatibilità nella coppia che sfata il mito dell’attrazione tra opposti, va tenuto in debita considerazione  Anzi, stando alla famosa metafora della carrozza di Gurdjieff, le emozioni sono spesso come dei cavalli imbizzarriti che corrono senza una meta precisa. Quindi attenzione a lasciarsi guidare dai soli ormoni, perché a dirla con “Il gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, il rischio è questo. “L’amore? Già certo, l’amore…fuoco e fiamme per un anno e cenere per trenta”.