Lo stiamo ribadendo su queste pagine da più giorni: fino a quando non verranno superati determinati livelli in chiusura mensile, per il momento quello in corso è ancora un rimbalzo tecnico che va seguito di volta in volta.
Piazza Affari può ritornare ai minimi toccati nell’ultima settimana di marzo, prima di invertire definitivamente il trend. Ci sono prospettive pessimistiche per la Borsa, se la storia si ripete. In particolare se ripete l’andamento che ebbero i prezzi nell’ultima crisi finanziaria, quella del 2016. Vediamo perché.
Cosa accadde a Piazza Affari nel biennio 2015-2016
Le prospettive sono pessimistiche per la Borsa, se la storia si ripete. In questo caso la storia degli eventi di Borsa a cavallo tra il 2015 e il 2016. Nel 2015 per la Borsa italiana fu un anno a due facce, anzi a 3. Nel primo quadrimestre i prezzi innescarono un forte rialzo e da 18mila punti arrivarono a 24mila, con un balzo del 30% circa. Da aprile ad agosto le quotazioni provarono invano a superare la soglia dei 24mila punti, senza fortuna. A metà agosto iniziò una fase ribassista che accelerò negli ultimi due mesi dell’anno e durò per i primi due mesi del 2016.
A metà febbraio 2016 l’indice Ftse Mib (INDEX-FTSEMIB) fece segnare un minimo a 16.700 punti con un calo del 35% dai massimi toccati l’estate precedente. Poi si innescò una reazione che in 5 settimane spinse la Borsa italiana a recuperare il 22%. Ma in area 19mila il recupero si arrestò e l’Ftse Mib tornò a scendere facendo segnare a giugno nuovi minimi a 15mila punti.
Prospettive pessimistiche per la Borsa, se la storia si ripete
Un andamento simile si è ripetuto in quest’ultima crisi. A febbraio i prezzi della Borsa italiana hanno preso a scendere in modo impetuoso, sulla scia dell’emergenza causata dal coronavirus. In 5 settimane hanno perduto il 44%. La settimana che iniziava col 23 marzo, le Borse europee, e Piazza Affari, hanno reagito mettendo a segno un recupero che ai livelli attuali è del 27%.
Se si mette a confronto l’andamento dei prezzi nel 2016 e quello attuale, le analogie sono molto marcate. La somiglianza è molto forte. Anche se in quest’ultima crisi il movimento dei prezzi è stato compresso in un periodo di tempo molto più breve rispetto a quello del 2016.
Adesso la Borsa italiana è a un bivio cruciale. La prossima settimana, quella dopo Pasqua, l’indice delle blue chip deve superare la soglia dei 18mila punti e chiudere l’ottava sopra tale livello. Altrimenti si innescherà una nuova fase ribassista che riporterà i prezzi sui minimi di metà marzo, in area 14mila/15mila. Se ciò avvenisse, ancora una volta il ciclo storico si sarà ripetuto e le prospettive pessimistiche, avverate.
Seguiremo gli eventi.