Gian Piero Turletti è Autore di Magic Box in 7 passi e di PLT
INDICATORI ECONOMICI ED ANALISI TECNICA PER PREVEDERE I MERCATI: QUALI PROSPETTIVE?
PRIMA PARTE
UN INDICATORE SINTETICO DELLE PROSPETTIVE ECONOMICHE ED IL SUO RAPPORTO CON I MERCATI AZIONARI.
I principali mercati azionari hanno conosciuto, a partire dal 2000, due grandi crolli.
Il primo proprio nel 2000 ed un secondo nel 2007.
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Unitamente agli indici americani, erano scesi anche gli altri indici, nell’ambito di un mercato orso, durato circa 2 anni, prima di trovare un bottom di lungo termine.
Il ribasso sugli indici USA è stato compreso tra il 50 ed il 60 per cento.
Al confronto, sinora, il ribasso intrapreso lo scorso anno assume i connotati di una mera correzione.
Ma questa volta, cioè con il ribasso iniziato nell’estate del 2015, la storia si ripete?
Andiamo verso un mercato orso in ottica pluriennale, oppure la dinamica ribassista è pronta a lasciar nuovamente spazio al toro?
Siamo in presenza di un trend ribassista destinato a durare?
Spesso gli economisti si affannano a cercare di individuare quali siano i dati da considerare, per meglio valutare la situazione dei mercati azionari, e molti si concentrano sui tassi, ma esiste un parametro sintetico, proprio basato sui tassi di interesse, che evidenzia in un batter d’occhio cosa i mercati pensano della situazione economica.
Si tratta della curva dei tassi.
Cos’è la curva dei tassi?
Praticamente quella linea, fatta a segmenti, che congiunge i tassi dei rendimenti obbligazionari (tipicamente titoli di stato), emessi dal medesimo emittente, ma su scadenze diverse, così da congiungere i rendimenti a breve con quelli a lungo.
Una curva inclinata positivamente evidenzia tassi a breve più bassi dei tassi a lungo termine, e denota una prospettiva economica positiva, nel senso che si prevedono, non a caso, tassi crescenti con il tempo, com’è naturale che sia in una dinamica economica espansiva, se vogliamo sintetizzare il senso di questa inclinazione della curva.
Viceversa, se la curva tende a divenire piatta, o, peggio, diviene negativa, allora significa che si prevedono difficoltà economiche, da cui consegue che i tassi a breve tendono ad avere gli stessi rendimenti economici dei tassi a lungo termine, o addirittura più elevati.
E’ significativo notare che tale curva era addirittura negativamente inclinata, negli USA, in corrispondenza dei massimi degli indici azionari del 2000, e piatta in corrispondenza dei massimi del 2007.
In corrispondenza, invece, dei massimi dello scorso anno, la curva è rimasta positivamente inclinata, come positivamente inclinata è tuttora, e come positivamente inclinate sono le curve dei rendimenti, relativi ai titoli di stato, della maggior parte dei paesi occidentali.
Come interpretare queste situazioni?
Possiamo leggere la curva dei tassi come un indicatore che esprime consenso o divergenza, rispetto alle dinamiche dei mercati azionari.
Nel caso dell’estate 2015, la divergenza rispetto al trend negativo di borsa è stata rialzista, e, pur non potendosi escludere nulla sui mercati azionari, era molto probabile che i mercati stessero esprimendo una dinamica puramente speculativa, cioè un ribasso, teoricamente dettato da timori di deflazione, ma timori contraddetti dagli stessi mercati, proprio con riferimento a quanto evidenziato dalla curva dei tassi.
Pertanto, eravamo probabilmente di fronte ad una dinamica non destinata a perdurare, a fronte di una diversa realtà economica, rispetto a quella invece prospettava dai listini azionari.
Qualche analista obietta che la curva dei rendimenti è divenuta uno strumento di analisi meno attendibile, a fronte delle politiche monetarie espansive di BCE e Fed, ma possiamo comunque dire che è, pur sempre, uno strumento di analisi significativo, magari meno che in passato, ma di cui tener comunque conto.
Quanto si evince dalla curva dei rendimenti, in ogni caso, è che difficilmente i mercati azionari stanno risentendo di sufficienti motivi per scendere con la dinamica tipica dei mercati orso, che è quella di durare almeno in ottica pluriennale.
COSA DICE PLT?
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PLT significa pattern di lungo termine, ed è una tecnica, ideata da me, che ha soprattutto un pregio, quello di cercare di evitare falsi segnali, nell’individuare proprio inversioni del trend di lungo termine.
Funziona con riferimento a prezzi di chiusura, e dall’osservazione delle dinamiche dei prezzi, rispetto ai livelli definiti dalla tecnica, possiamo trarre utili indicazioni.
In particolare, abbiamo un’indicazione rialzista se, nel corso del mese, i prezzi prima si portano sotto un livello di supporto, ma poi hanno chiusura mensile superiore.
Del tutto analogamente a tipici pattern ribassisti, che poi vengono invece negati, con implicazioni fortemente rialziste.
E’ quello che si è verificato sui principali indici.
S & P 500: sia durante il mese di gennaio, che durante quello di febbraio, i corsi si sono portati al di sotto del fondamentale livello di 1867, sempre
invece recuperato in chiusura mensile.
Importante resistenza a 2048, la cui rottura, confermata in chiusura mensile, rappresenterebbe ulteriore segnale rialzista di lungo.
Dax: analoga situazione sul Dax, con le quotazioni che non hanno mai avuto chiusura mensile inferiore a 9325.
Importante resistenza a 10797, la cui rottura, confermata in chiusura mensile, rappresenterebbe ulteriore segnale rialzista di lungo.
Eurostoxx: analoga situazione anche per l’indice Eurostoxx, con le quotazioni che non hanno mai avuto chiusura inferiore a 2973.
Importante resistenza a 3374, la cui rottura, confermata in chiusura mensile, rappresenterebbe ulteriore segnale rialzista di lungo.
Unica eccezione in questo scenario di ripresa il nostro fib, ma per esperienza, nel caso gli altri indici azionari non confermino il trend negativo di fondo, al limite potremmo assistere ad una sostanziale lateralità dell’indice ftse mib e del suo derivato, appunto il fib, difficilmente ad un mercato orso.
Su quest’ultimo, le resistenze da recuperare sono: 19987, poi 21662.
PREVISIONI ED ANALISI CON MAGIC BOX ED ALTRI METODI
Magic box rappresenta un metodo per proiettare target di prezzo e setup di tempo, praticamente ci dice dove arriveranno i prezzi, ed entro quanto tempo, seguendo determinate logiche geometriche.
Inoltre, rappresenta anche un sistema trend following, consentendo di definire pattern rialzisti e ribassisti, con indicazione di supporti e resistenze.
Nei mesi di gennaio e febbraio avevo segnalato sulle pagine del blog che secondo Magic box si stavano approssimando minimi importanti, probabile arrivo di tutto il ribasso intrapreso nel 2015.
Da allora, oltre i segnali di potenziale ripresa rialzista, basati sul metodo PLT (vedi sopra) abbiamo assistito ad altri segnali di ripresa, tra cui:
tenuta e conferma sopra medie mobili di lungo termine (chi volesse provare, provi a tracciare le medie mobili a 45 e 55 con la propria piattaforma di analisi tecnica, sugli indici azionari);
risalita entro i canali rialzisti, definiti da Magic box, che invece, in caso di confermato ribasso, avrebbero dovuto fermare il rimbalzo in atto in base al cambio di polarità, quali resistenze dinamiche;
rottura di resistenze statiche, legate alla formazione di pattern riaccumulativi di breve /medio.
Possiamo aggiungere che taluni canali rialzisti pluriennali, definibili con metodo grafico tradizionale, hanno intercettato, lungo il bordo inferiore, proprio i minimi dei principali mercati azionari.
Da quanto sopra, consegue certamente che il bottom di febbraio rappresenta un fondamentale livello supportivo, oltre i livelli di supporto segnalati da altri metodi, come PLT, che abbiamo visto sopra.
MA ORA, QUALI PROIEZIONI, PER IL MEDIO/LUNGO TERMINE?
Va precisato che le seguenti proiezioni implicano che il trend non inverta al ribasso, a seguito di violazione dei supporti.
AL MOMENTO PER UNA VIEW RIALZISTA DURATURA C’è BISOGNO DI ULTERIORI CONFERME E PERTANTO LA NOSTRA AL MOMENTO RIMANE SOLO UN’ANALISI DI PROSPETTIVA
In tal caso, possiamo formulare, grazie a Magic box, le seguenti proiezioni:
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Dax: primo target area 12920 con primo setup temporale entro fine 2017 e secondo entro la settimana del 29 luglio 2019.
Secondo target in area 14524 con primo setup entro fine 2017 e secondo entro la settimana del 16 dicembre 2019.
S & P 500: primario target in area 2270 con primo setup entro la settimana del 2 gennaio 2017 e secondo setup entro la settimana del 26 febbraio 2018.
Fib: primario target area 34550 con primo setup entro la settimana del 13 novembre 2017 e secondo setup entro la settimana del 12 settembre 2020.
Secondo target area 42100 con primo setup entro la settimana del 16 agosto 2021.
Eurostoxx: primo target area 4392 con primo setup entro la settimana del 9 maggio 2016 e secondo setup entro la settimana del 26 giugno 2017.
Secondo target area 4798 con primo setup entro la settimana del 25 dicembre 2017 e secondo setup entro la settimana del 28 gennaio 2019.