Intervista/prontuario a cura di Gian Piero Turletti
Si tratta di un tema ricorrente nei miei interventi, quello delle scelte di investimento, e che sarà ancora ripreso in futuri articoli/analisi/interviste.
Di volta in volta saranno approfonditi temi diversi, con consigli a traders ed investitori.
Pggi di sicuro interesse è l’attuale situazione del comparto obbligazionario, che vede prezzi ampiamente al di sopra del prezzo di rimborso.
Questo comporta un’assunzione di rischio completamente diversa.
Se, infatti, il prezzo di mercato di un titolo obbligazionario è al di sotto del prezzo di rimborso, l’investitore assume sempre su di sé il rischio emittente, in caso di default, o un rischio cambio, se si tratta di titolo denominato in moneta diversa dalla propria, ma non si assume un rischio riguardante l’andamento dei prezzi, in quanto, appunto, ci sarà un prezzo di rimborso sempre superiore.
Diversamente, il rischio assume connotati simili ad un titolo azionario, nel senso che si acquista ad un prezzo e non si sa a quale prezzo si riuscirà a liquidare l’investimento.
Anzi, in un certo senso, il rischio è addirittura superiore.
Nel senso che un titolo azionario non ha scadenza, mentre un titolo obbligazionario ha un rimborso a scadenza predeterminata.
Ne consegue che l’investitore in obbligazioni dovrebbe quanto meno essere sicuro che il prezzo cui potrà vendere sia almeno pari a quello di acquisto entro la data di scadenza, mentre per un titolo azionario si può aspettare più tempo.
Direi, per i motivi sopra evidenziati, che proprio in considerazione del rischio accresciutosi sul comparto obbligazionario, anche l’investitore in tale settore non può fare a meno di concepire siffatto investimento alla stregua di un investimento in titoli azionari, e pertanto decidere acquisti solo sulla base di una determinata e rilevante aspettativa di rivalutazione in termini di prezzo.
Peraltro, vanno considerati altri due fattori determinanti in questo tipo di ragionamento.
In primo luogo, al fatto che con redimenti cedolari ridotti ai livelli attuali, anche l’applicazione di tradizionali modelli econometrici nella valutazione dei titoli obbligazionari tende a lasciare il tempo che trova.
Molto meglio confrontare, e veniamo quindi al secondo fattore, sulla base di modelli statistici e di analisi tecniche, quali possano essere i potenziali di rivalutazione dei diversi comparti e puntare su quello che ha le migliori prospettive.
Personalmente, seguo alcuni ragionamenti, che mi portano alle seguenti considerazioni.
Innanzi tutto, diverso sarebbe se il comparto corporate, cioè relativo ad obbligazioni emesse da società private, avesse prezzi al di sotto del prezzo di rimborso, perché un eventuale rating inferiore rispetto a quello dei titoli di stato potrebbe trovare appunto un elemento di compensazione nel minor rischio legato al livello delle quotazioni.
Così non è, per cui ritengo che siano impliciti maggiori rischi nel comparto corporate obbligazionario rispetto ai titoli di stato.
Occorre infatti considerare che:
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Mentre i piani ed i programmi del governo sono pubblici ed abbastanza chiari, lo stesso non può dirsi rispetto ai cosiddetti business plan aziendali.
Troppo spesso si è assistito, anche in grandi società, a capovolgimenti di fronte notevoli, dopo un cambio di management che in diversi casi non è neppure prevedibile.
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Sicuramente è più difficile che fallisca uno dei principali stati dell’eurozona (Grecia a parte) che una società privata, per diversi motivi.
Uno stato potrebbe sempre decidere di revocare il limite attualmente implicito nei trattati europei, praticamente consentendo nuovo ricorso ad una banca centrale come prestatore di ultima istanza.
Ipotesi che già ho dettagliato quando ho precisato che per uno stato esiste sempre la possibilità di adottare l’euro, senza necessariamente sottoscrivere i relativi trattati.
In altri termini, è sempre possibile metter fine al cosiddetto divorzio tra banca centrale e governo, e stabilire che la banca finanzi lo stato a tassi molto ridotti, e financo prossimi allo zero.
E’ del tutto evidente che una società privata non potrà mai far questo.
Al limite, è lo stato a poter consentire finanziamenti a fondo perduto ad una società, ma questa non potrà mai autonomamente contare su un finanziatore necessariamente a fondo perduto, come invece può fare uno stato sovrano.
Altro importante maggior fattore di rischio nel comparto obbligazionario, è il rischio ciclico di lungo termine.
Occorre infatti ricordare che in una ottica di lungo termine, tende a invertire trend di fondo prima il comparto obbligazionario, rispetto a quello azionario.
Questo comporta che vi sia probabilmente una durata residua dell’attuale trend inferiore nell’obbligazionario, e quindi un rischio ulteriore.
I primi segnali di un’inversione al rialzo dei tassi di interesse si rifletterebbero prima proprio su questo comparto.
Quindi, in ottica di medio/lungo, preferibile investire sul comparto azionario, e, nell’obbligazionario, privilegiare ancora i titoli di stato.
Ovviamente, per chi voglia diversificare sul settore corporate, molto importante l’analisi del singolo titolo in ottica di prospettive e di bilancio.
Ovviamente, partendo dal comparto obbligazionario, ogni titolo avrebbe una sua specifica analisi tecnica, di cui tener conto.
Concentrando l’attenzione sul BTP, possiamo considerare il grafico del BTP future, sul quale, usando barre settimanali con tecnica Magic box in ottica di medio/lungo, possiamo dire quanto segue:
ottimali livelli di supporto prima a 131 e poi in area 123,8.
Alle quotazioni attuali il BTP future avrebbe già raggiunto un obiettivo di medio/lungo, ma stante anche il QE e l’analisi tecnica, potrebbe essere raggiunto un secondo obiettivo in area 147.
Inversione di medio/lungo sotto area 123,8.
Veniamo ai mercati azionari
Di seguito una sintesi degli attuali livelli più importanti di medio/lungo, usando grafici a barre mensili.
FTSE MIB: primo obiettivo di lungo in area 26350 entro settembre 2016.
Possibile overshooting in area 30100 entro la stessa data.
Supporto di lungo in area 18050.
DAX: primo obiettivo di lungo in area 12670 con possibile overshooting in area 13745 entro aprile 2019.
Supporto di lungo in area 7640.
EUROSTOXX: primo obiettivo di lungo in area 4360 con possibile overshooting in area 5290 entro dicembre 2018.
Supporto di lungo in area 2730.
S & P 500: primo obiettivo di lungo in area 2220 e possibile overshooting sino a 2390 entro febbraio 2017.
Supporto di lungo in area 1648.