Proiezioni cicliche ed economiche: ulteriori approfondimenti

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Ho dedicato gli ultimi articoli al tema delle proiezioni economiche e sui mercati azionari, evidenziando, in particolare, come la curva dei rendimenti rappresenti spesso un valido indicatore anticipato delle future crisi.

Volendo approfondire il tema, una prima considerazione è il confronto con altre metodologie nella costruzione di indicatori anticipati di crisi economiche.

Questi ultimi, ideati da diversi analisti, solitamente rappresentano una media ponderata di alcuni indicatori economici, da cui deriva una sorta di oscillatore.

In genere livelli di ipercomprato e di ipervenduto dovrebbero dare, su questo tipo di indicatore, un segnale di inizio o di fine crisi economica.

A mio avviso, è però preferibile continuare ad usare la curva dei tassi, che ci restituisce molte più informazioni.

Ad esempio non ci dice solo quando inizia una recessione, ma anche quando stiamo assistendo ad una fase di rallentamento.

Non solo.

Gli indicatori basati su modelli di ipercomprato e di ipervenduto non dicono nulla sulla durata possibile della crisi.

Proiezione invece offerta dalla curva dei rendimenti.

Facciamo un esempio.

Considereremo la curva tedesca, la confronteremo con il ciclo di borsa di lungo termine del Dax, ed analizzeremo due situazioni fuori dall’area euro.

Quest’ultimo accorgimento risulta utile, dal momento che un’obiezione alle indicazioni della curva dei rendimenti è che potrebbe essere alterata dalle politiche espansive di una banca centrale.

Ma vediamo come stanno le cose.

Cominciamo con l’economia tedesca, e con l’indice azionario Dax.

Tralascio alcuni dettagli nell’esame della curva dei rendimenti tedesca.

Salta infatti subito all’occhio come sia appiattita sino ai due anni, per poi riprendere la pendenza rialzista.

Si potrebbe ipotizzare, quindi, una fase quanto meno di stagnazione biennale, che dovrebbe concludersi tra un paio d’anni.

Il che coincide con la curva del ciclo pluriennale del Dax che, guarda caso, prevede un minimo tra due anni.

Come dicevo, si potrebbe però obiettare che forse la conformazione della curva dipende da una possibile distorsione dovuta alla politica della banca centrale europea.

Per rispondere a tale obiezione, basta guardare ad altre curve dei rendimenti relative a paesi che non fanno parte dell’eurozona.

Ad esempio, cosa ci dice la curva svizzera?

Anche in questo caso, senza addentrarci in eccessivi dettagli, notiamo subito l’inclinazione negativa fino alla scadenza biennale, per poi tornare positiva.

La Svizzera non fa parte dell’eurozona, quindi non possiamo ipotizzare alcuna influenza da parte della BCE.

Eppure anche la curva svizzera proietta crisi sino ai 2 anni.

Se poi consideriamo l’indice azionario Smi, osserviamo che anche il suo ciclo pluriennale di lungo termine dovrebbe terminare, guarda caso, tra un paio d’anni.

Ma proviamo ad esaminare la situazione britannica.

Anche in questo caso, siamo fuori dall’eurozona, eppure la curva dei rendimenti è, ancora una volta, appiattita.

In questo caso sino alla scadenza triennale.

Considerando inoltre l’indice azionario Ftse 100, notiamo che le quotazioni stanno entrando nella parte discendente del ciclo pluriennale, il cui minimo, ancora una volta, coincide con il probabile minimo della fase stagnante, proiettato a livello ciclico tra 3 anni.

Riassumendo, possiamo dire che anche fuori dell’eurozona la curva dei rendimenti evidenzia situazioni di economia in fase stagnante/recessiva per almeno un biennio.

Anche i cicli di borsa tendono a proiettare un minimo ciclico di lungo termine in corrispondenza/prossimità della fine della fase di crisi economica, come proiettata dalla curva dei rendimenti.

Possiamo quindi notare come la curva dei rendimenti consenta anche in termini di tempistica, maggiori e più dettagliate proiezioni, rispetto a quanto indicato da indicatori predittori di crisi, elaborati tramite modelli basati su medie ponderate di alcuni indicatori economici, e su livelli analoghi all’ipercomprato ed all’ipervenduto.

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Cimatti Mario Marco

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