Professioni di prossimità, cambia la loro vita

camerieri

Camerieri, commessi, operatori sanitari, parrucchieri ed estetiste rientrano nella categoria delle professioni di prossimità. Secondo uno studio della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro sono  6 milioni 145 mila. Sono una platea enorme di lavoratori che con l’arrivo della Fase 2 per il coronavirus dovranno avere atteggiamenti diversi nello svolgere le proprie mansioni. Per le professioni di prossimità, cambia la loro vita poiché sono i soggetti più a rischio di esposizione al contagio da coronavirus poiché più a contatto con il pubblico per espletare il proprio compito di lavoro.

Professioni di prossimità

In Italia come detto sono oltre 6 milioni. Occupano il 26,5% della torta dei lavoratori italiani e la loro presenza è alta nel Nord Italia.

Cosa cambia per loro dalla fase 2

Non è solo una questione di guanti e mascherine ma per fare per bene e senza cagionare problemi per se e per gli altri dovranno  avere dispositivi specifici di protezione. Non basta perché va rivisto anche la organizzazione dell’attività per garantire quel distanziamento sociale.

Curiosiamo tra le fasce delle professioni di prossimità

Di questa platea quasi il 30% è formato da commercianti e addetti alle vendite. Un universo molto vario che spazia in tutti i settori e tra quelli più danneggiati per la chiusura delle attività. Segue la categoria degli esercenti e gli addetti alle attività di ristorazione quasi il 19%. Qui il discorso si fa ancora più difficile perché bisognerà cambiare letteralmente le abitudini e stili di lavoro. Per fare ciò bisognerà spendere soldi per adeguarsi a nuovi spazi, che dovranno inevitabilmente essere riprogettati per garantire adeguata distanza tra tavoli e persone. Meno spazio, meno tavoli, meno persone, produrrà esuberi nella forza lavoro a causa di una contrazione del giro d’affari.

Seguono le professioni sanitarie, coloro che sono schierati in prima linea per combattere il Covid-19 e che stanno facendo i salti mortali per salvare vite umane. Per loro la Fase 2 necessiterà di rivedere procedure e tecniche di lavoro per garantire quanto più possibile la sicurezza propria e dei pazienti.

Tutti si chiedono quando parrucchieri e barbieri, estetisti, massaggiatori, logopedisti riprenderanno la loro attività a cosa andranno incontro. Riorganizzare gli spazi è senza ombra di dubbio:  contingentare le entrate, fare maggiore attenzione per l’igiene e la cura dei locali e degli strumenti di lavoro. Tra le professioni di prossimità, cambia la loro vita meno rispetto agli altri per gli operatori che svolgono servizi di pulizia a domicilio.