Ieri dicevamo che la buona ripresa agli ordinativi alle fabbriche tedesche necessitava di conferme a cominciare dalla produzione industriale.
Ebbene nessuna conferma, anzi, il dato odierno è disastroso!
Abbiamo anche scritto che le Borse attendono con ansia qualche dato macroeconomico molto negativo che possa sbloccare le banche centrali.
Ma siccome ci riferiamo principalmente alla FED, che è quella ad avere margini di manovra sui tassi, è evidente che il dato che può fare saltare il banco deve essere un dato americano.
Certo è che se qualcuno pensava che il peggio fosse alle spalle deve certamente ricredersi.
Proprio la Germania rischia di trascinare l’Unione Europea intera verso la recessione.
Vediamo.
Produzione industriale tedesca in calo verticale
Produzione industriale tedesca (Mensile) (Giu) | -1,5% | -0,5% | 0,1% |
La Produzione industriale tedesca ( ma non solo tedesca) è dato tipicamente volatile che fa seguire a picchi negativi rimbalzi importanti e viceversa.
Quello che fa la differenza è dunque la media che consente di definire un trend .
Ebbene da mesi questo trend vede solo approfondimenti negativi e gli sporadici segni positivi non raggiungono mai l’intensità necessaria per compensare e riequilibrare la tendenza di fondo.
Come vediamo dalla tabella sotto è da luglio 2018 che la Produzione industriale tedesca non mette insieme un mese col segno più che avvicini l’intensità dei mesi caratterizzati dai segni meno.
Può sembrare un’osservazione oziosa, in realtà questo tipo di dinamica priva di forza di reazione apre davvero le porte alla recessione in Germania e nell’ Europa dell’UE tutta.
Che mosse attendersi da BCE e UE?
L’industria tedesca è stata, volenti o nolenti, il motore dietro al quale le autorità dell’UE e della BCE si sono riparate per giustificare un tipo di politica di austerity che ha mortificato molte nazioni.
Non certo solo la Grecia.
D’altronde come si poteva correre il rischio di generare inflazione dalle parti di Berlino con un ‘economia locale così florida?
Ebbene, ora quel motore si è completamente inceppato.
Ugualmente BCE e UE restano immote.
E’ incredibile: si è mossa più rapidamente la FED che vede ancora buona parte dei dati macroeconomici americani nei pressi dei massimi storici.
A cominciare dall’occupazione e anche proprio dalla produzione industriale!
Anzi forse la FED, sotto le pressioni di Trump e mercati, ha anche anticipato una mossa al momento non indispensabile.
In ogni caso il confronto con l’immobilismo europeo è impietoso.
E’ vero che la BCE ha già i tassi sottozero e qui potremmo dire chi è causa del suo mal pianga se stesso…
Ma è anche da chiedersi quante volte nell’ultimo anno Draghi ha dichiarato che la BCE avrebbe fatto tutto quanto necessario per evitare una nuova crisi?
Tante!
E se dapprima la giustificazione all’immobilismo era determinata proprio dalla crescita, non certo brillante come quella americana, ma comunque accettabile della Germania, ora la giustificazione all’immobilismo qual è?
La Germania, il punto forte della Germania ovvero l’industria, è in crisi nera, ma ugualmente tutto rimane immoto.
Occhio perché un conto è prevenire una recessione un conto è contrastarla quando è già avviata.
E coi tassi già a zero rischia di diventare una “mission impossible” anche perché è esperienza mai verificatasi prima.
A buon intenditor…