Tutti si chiedono che relazione intercorre tra archeologia e blockchain. Quest’ultimo termine fa venire subito in mente alle criptovalute e al trading online.
Invece di questa tecnologia si può fare un uso ben diverso e anche utile.
In Italia contiamo molti luoghi speciali che vanno valorizzati per l’importanza storica culturale. Proprio le tecniche blockchain possono rivelarsi utili per il settore archeologico. L’idea è della start-up Kapu.
La blockchain si usa per verificare le transazioni tipo dei bitcoin tra tutti gli utenti, grazie all’assenza di una gestione centralizzata e alla crittografia.
Preservare il patrimonio archeologico tramite blockchain
La blockchain, nel caso dell’archeologia serve per creare un registro universale, sicuro e non violabile, in cui tenere delle informazioni.
Tramite blockchain è possibile inviare dati in modo sicuro, in assenza di intermediari.
Il progetto della start-up Kapu fonda su questo concetto l’unione tra patrimonio culturale e la blockchain. Usando questa tecnologia si ha maggiore sicurezza delle informazioni per realizzare un sistema di catalogazione dei reperti archeologici.
Non sono sporadici i casi in cui avvengono smarrimenti, furti, alterazioni dei reperti antichi. Con questa tecnologia è possibile condividere o avere accesso ai dati relativi ai reperti antichi in modo sicuro e veloce.
L’idea progettuale di Kapu ha avuto una visibilità internazionale tanto da essere apprezzata anche da parte dell’Unesco che conta in Italia molti siti di interesse.
Come si finanzia il progetto per preservare il patrimonio archeologico
Per portare a compimento l’iniziativa ideata da Martino Merola c’è la necessità di investimenti. La start-up ha lanciato una propria criptovaluta per ottenere i finanziamenti necessari allo sviluppo. La moneta si chiama ovviamente Kapu ed è anche attenta al rispetto dell’ambiente: se infatti le criptovalute di solito comportano un elevato consumo di energia, il sistema scelto, chiamato DpoS, riduce sensibilmente i consumi legati alla produzione di nuove monete rispetto ad esempio al bitcoin.
Chi potrebbe approfittare
Il progetto Kapu può essere preso in considerazione da tutto il mondo archeologico. L’applicazione è totalmente gratuito, l’unico costo che gli enti dovranno affrontare sarà l’inserimento dei dati relativi ai reperti all’interno del sistema Kapu.