Prelievo forzoso e prestito forzoso: le differenze tra due tasse che colpiscono i risparmi

commissione europea

Nella riunione dell’Eurogruppo si decide come accedere alle centinaia di miliardi di euro messi a disposizione dalla Commissione Europea per sostenere l’economia del Vecchio Continente. Uno degli strumenti sul tavolo è il MES, Meccanismo Europeo salva Stati, da cui l’Italia potrebbe ricavare subito 36 miliardi subito. Altri preferirebbero gli Eurobond. Rimane il fatto che comunque i soldi presi in prestito dovranno essere restituiti. Come?

Le differenze tra due tasse che colpiscono i risparmi

Non esistono pasti gratis in finanza. E non saranno a fondo perduto le centinaia di miliardi che la Commissione Europea verserà nella casse dello Stato italiano per fare fronte alla recessione. L’agenzia di rating Moody’s stima un PIL in calo per l’Italia nel 2020 del 9%. I soldi andranno restituiti e se i debiti fanno crescere il debito pubblico e il rapporto deficit/PIL, questi in qualche modo andranno ridotti. Come?

Il dibattito che si è acceso nella politica e nella opinione pubblica è tra prestito forzoso e prelievo forzoso. Ovviamente non ne sentirete parlare in questi termini. Il prelievo forzoso viene chiamato contributo di solidarietà. Lo ha proposto l’11 aprile Graziano Delrio capogruppo alla Camera del Partito Democratico. Il prestito forzoso viene mascherato sotto la forma di un nuovo Titolo di Stato pensato solo per gli italiani, in particolare per le famiglie.

Vediamo le differenze tra prelievo forzoso e prestito forzoso.

Le caratteristiche del prelievo forzoso

Il prelievo forzoso è una tassa sui depositi che i cittadini hanno nelle banche. Ovviamente viene applicata dallo Stato senza il consenso dei correntisti (da qui forzoso). In genere la somma prelevata viene applicata in forma percentuale sul totale detenuto sul conto.

E’ la forma più semplice e più immediata per i Governi di raccogliere risorse per fare fronte a una crisi finanziaria grave. Il correntista vi può fare fronte solamente ritirando il denaro depositato in banca prima che lo Stato attui il prelievo. Ecco perché in genere viene annunciato nei fine settimana o nelle ore notturne, quando le banche sono chiuse e il correntista non può evitarlo.

Accadde così anche nel 1992. Il presidente del Consiglio Giuliano Amato con un decreto legge varato nella notte, stabilì il prelievo forzoso del 6 per mille dai conti correnti bancari.

Le caratteristiche del prestito forzoso

Il prestito forzoso non è altro che una sottoscrizione obbligatoria di titoli dello Stato imposta ai cittadini. Oggi solo il 3% delle famiglie italiane detiene titoli di Stato nazionali, perché sottoscrivere titoli pubblici è una facoltà. Un prestito forzoso invece obbligherebbe all’acquisto di titoli emessi dallo Stato. E’ simile a una imposta patrimoniale, in cambio della quale vengono rilasciati titoli di debito emessi dallo Stato. Titoli emessi con la promessa di rimborso o con la facoltà di negoziazione sul mercato.

Un esempio di prestito forzoso risale al 1976 a seguito degli scatti della scala mobile (aumenti retributivi causati dalle variazioni dell’inflazione). In base ad un decreto legge del 26 ottobre 1976 gli aumenti retributivi legati alla variazione del costo della vita, invece che in denaro furono pagati in Buoni del Tesoro Poliennali al portatore.