Poste Italiane (PST), ben prima di entrare in Borsa, ha rappresentato per decenni un porto sicuro per i risparmi di milioni di italiani.
Clienti per lo più dislocati nelle zone rurali o nelle fasce di età più alte ma comunque ben dotati finanziariamente.
I famosi buoni postali fruttiferi garantivano la duplicazione del capitale e la successiva triplicazione grazie a vincoli per 5 e 7 anni con rari sconfinamenti verso periodi più brevi.
Poi, con la discesa dei tassi di interesse, si è realizzato un progressivo digradare verso periodi sempre più lunghi.
Si è giunti infine alla scomparsa dei buoni stessi come strumento proposto agli sportelli, almeno in quella forma.
La garanzia della Cassa Depositi e Prestiti: da Lehman Brothers alla quotazione in borsa
Da sempre il risparmio postale ha avuto alle spalle la Cassa e depositi e Prestiti(CDP).
CDP è istituzione pubblica garantita dallo stato e questo ha fatto da copertura a Poste Italiane anche quando ha poi cominciato a distribuire prodotti finanziari che ben poco avevano a che spartire con CDP e le sue garanzie.
Tanto che il pubblico più avveduto ha tremato quando una decina di anni fa si è scoperto che Poste Italiane aveva distribuito prodotti collegati a Lehman Brothers.
Una mix di “trasparenza” ad hoc e la copertura di CDP evitarono il deflagrare di una bomba potenzialmente devastante.
Negli anni successivi è arrivata la quotazione in borsa con relativa ricapitalizzazione e gradualmente Poste Italiane ha, presumibilmente, sistemato le posizioni più tossiche o pericolose.
E’ evidente comunque come delle vecchie Poste che collocavano libretti e buoni fruttiferi non resti più nulla.
Ora si sono convertite in un vero market bancario-assicurativo e non solo, con tutti i pro e contro che ciò comporta.
A cominciare dal fatto che i prodotti postali hanno ormai le stese caratteristiche spesso speculative di quelli collocati da sportelli bancari e reti di vendita di consulenti.
Semmai sarebbe interessante stabilire il livello di consapevolezza di una clientela che è mossa principalmente dall’ abitudine e dalla fidelizzazione negli anni.
La MIFID 2 vale anche per le poste ma i prodotti ben mascherati sono ormai la maggior parte… e questo ovunque.
Poste Italiane e il volo in borsa
A prescindere da questi rischi potenziali, simili peraltro a quelli proposti dai competitors, la clientela di Poste Italiane è cresciuta negli anni e il mercato ha ampiamente premiato il titolo.
L’azione di Poste Italiane infatti viaggia sui massimi storici nei pressi dei 10 euro!
Un titolo su cui al momento starei FLAT in attesa in un eventuale storno verso quote più contenute.
Eviterei comunque gli SHORT contrastare le abitudini degli italiani può risultare molto pericoloso.
Approfondimento
Raccomandazioni e Scheda tecnica del titolo Poste Italiane