Possibili sanatorie per chi ha danaro in nero

vittorio colao

Il debito pubblico, a causa dell’emergenza coronavirus, ha raggiunto livelli da record, superando il 150% del Pil. Inoltre, i fondi europei, nella migliore delle ipotesi, non arriveranno prima dell’autunno, quindi fino ad allora mancherà questo supporto. Senonchè, in questi giorni, è spuntato un buco di 10 miliardi nei conti pubblici, che concorre ad aggravare la crisi. A questo si aggiungono i costi di sanità, enti locali, imprese e scuola, nonché quelli investiti nelle misure introdotte per la ripartenza. Per tutti questi motivi, è necessario mettere in circolo danaro contante, favorendo l’emersione del nero attraverso la concessione di una sanatoria.

Ai fini dell’emersione dell’evasione fiscale, quindi, la task force guidata da Vittorio Colao, ha messo in campo una serie di opzioni. L’opzione più convincente riguarda la voluntary disclosure ossia la collaborazione volontaria dei possessori di attività finanziarie che hanno accumulato proventi non dichiarati al Fisco. Si tratterebbe di una possibile sanatoria per chi ha accumulato danaro in nero. Agli stessi è consentito di sanare la propria posizione, attraverso il pagamento di un’imposta in percentuale. Il tutto, senza il pagamento di sanzioni amministrative e penali per l’evasione compiuta in passato. Inoltre, si prevede di applicare lo stesso meccanismo per il rientro dei capitali detenuti illegalmente all’estero.

Come funzionerebbe la voluntary disclosure

Si tratta di qualcosa di diverso rispetto ad una semplice sanatoria o condono, perché coinvolge anche valori diversi dal denaro, come ad esempio, preziosi, lingotti d’oro ecc. Inoltre, la misura introdotta è finalizzata a indurre il privato a valutare spontaneamente di dichiarare le somme, reputandolo conveniente. Il Comitato ha cercato di evitare di riproporre misure simili a quelle risultate fallimentari in passato. Infatti, i vecchi scudi penali sono falliti per motivi legati principalmente alla scarsa convenienza e fiducia. Ora, invece, si punta ad indurre coloro che detengono danaro in nero ad aderire alla misura per poter usare lecitamente quelle somme, che altrimenti rimarrebbero bloccate.

Esse, infatti, sarebbero sempre più difficili da utilizzare, data la lotta al contante già da tempo avviata. Si pensi che dal primo luglio non si potrà pagare in contanti superando i 2mila euro e dal primo gennaio prossimo, superando i mille euro. In conclusione, una volta dichiarati, i soldi potranno essere legittimamente utilizzati. E ciò, pagando soltanto una multa pari al 10/20% dell’importo complessivo, con l’obbligo temporaneo di investire una parte delle somme in impieghi finanziari indicati dalla legge. Per il resto, i detentori sarebbero immuni da sanzioni amministrative e penali per il futuro.

Ora però la decisione per l’attuazione concreta di queste proposte spetta al Governo e al Parlamento. Tuttavia, sembra proprio che la necessità di far circolare moneta contante sui mercati, non lasci molta scelta alle istituzioni. Cosicchè, la possibilità di introdurre una sanatoria per chi ha danaro in nero, sarà l’unico modo per garantire un più veloce e semplice raggiungimento dell’obiettivo.