La tensione sui mercati è finita? Dopo i recenti ribassi è opportuno chiedersi e analizzare se sia possibile un sell off sui mercati.
Possibile un sell off sui mercati?
Le paure di una recessione, paure che erano svanite nelle scorse settimane, si stanno lentamente riaffacciando. Paradossalmente, ad aumentarle, sono state le parole del Governatore della Federal Reserve Jerome Powell che ha più volte confermato l’approccio paziente sul fronte dell’aumento dei tassi di interesse.
Una decisione diametralmente opposta a quanto già avanzato alla fine del 2018 quando lo stesso Powell prospettava addirittura 2 se non tre aumenti del costo del denaro.
Ultimo tassello, la volatilità del mercato, notevolmente aumentata e che, come scrive Nomura, potrebbe rappresentare un altro fattore di perdite.
Gli elementi che creano un possibile sell off sui mercati
Nello specifico, però, una serie di ribassi e un pericolo ulteriore di sell off potrebbe essere accentuato da alcuni fattori. I quali, a loro volta, non solo potrebbero innescare la prossima svendita del mercato azionario entro la fine di maggio ma anche spingere gli indici statunitensi ai minimi proprio in corrispondenza dell’inizio della stagione estiva.
Sono proprio gli esperti di Nomura che temono l’arrivo di una nuova ondata di sell off. Da qui l’aumento della volatilità già dalla prossima settimana.
Un primo indizio potrebbe essere rappresentato proprio dal calo intraday di giovedì scorso dell’S&P 500 a 2.820 punti.
Un segno, questo, del fatto che le azioni sono state messe sotto pressione più di quanto ci si aspettasse a causa di una guerra commerciale Usa-Cina la cui durata potrebbe essere molto più lunga di quanto inizialmente preventivato.
La view di JP Morgan
Intanto resta alta l’attenzione per la Federal Reserve e la sua politica monetaria che potrebbe arrivare a vedere un taglio precauzionale sui tassi. Taglio che, per Nomura, arriverebbe come una sorta di strategia preventiva proprio per evitare un eccessivo deterioramento dell’economia.
Da parte sua anche JP Morgan non sembra orientata verso l’ottimismo. Soprattutto per quanto riguarda le previsioni di crescita del Pil Usa. Nel secondo trimestre, infatti, le proiezioni non vanno oltre l′1% contro il precedente 2,25%.
Alla base di questa revisione, non solo l’ormai onnipresente guerra Usa-Cina ma anche le conseguenze che questa avrà sul sentiment di imprese e consumatori.
Qualche sospetto inizia ad insinuarsi dopo la pubblicazione dei dati macro, deludenti, come quelli delle vendite al dettaglio di aprile.
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