Ospite di oggi di The Morning Call alle ore 15:00, il programma televisivo di PdBTV condotto da Annalisa Lospinuso, Carlo Cottarelli, economista e direttore dell’Osservatorio sui conti pubblici dell’Università Cattolica.
L’attuale crisi di Governo fa tornare indietro con la memoria, al 2018, quando, a causa dell’incapacità di M5S e Lega di trovare un accordo e di formare un Governo, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha convocato Cottarelli e gli ha conferito l’incarico di Presidente del Consiglio dei Ministri, accettato con riserva e poi rifiutato per l’impossibilità di formare un Governo politico.
“Non sono stato contattato da Mattarella questa volta – ha detto Cottarelli a The Morning Call – e non credo succederà. Continuo a pensare che non si vada ad elezioni e che si riesca a riformare il Governo. Questo è lo scenario per me principale, certo rimane l’ipotesi di un Governo tecnico che possa portare il Paese a elezioni o che duri più a lungo”.
Chiamato a commentare il Recovery Plan, Cottarelli ha sottolineato come ci siano alcuni aspetti che vanno bene “come l’enfasi sui fondi per l’innovazione e la ricerca e per la sanità, così come quelli per gli investimenti pubblici”. “Il 70% dei fondi va ad investimenti pubblici – ha continuato l’economista – ma bisognerà vedere se continueremo ad essere lenti come lo siamo stati in passato e poi c’è la questione della qualità di questo tipo di investimenti”.
Tanti ancora i punti oscuri nella bozza approvata dal Governo, con l’astensione di Italia Viva, soprattutto “c’è meno enfasi sulle condizioni che servono a far ripartire l’investimento privato”, ha detto Cottarelli a PdB TV, “ci sono meno sussidi per l’innovazione, non c’è abbastanza attenzione nel rimuovere quegli ostacoli che impediscono all’investimento privato in Italia di decollare, come ad esempio la burocrazia”. Ed è proprio la burocrazia la grande assente del Pnrr: “Non so se quanto previsto sarà sufficiente a far ripartire l’investimento privato in maniera sostenuta, il grosso si gioca sull’investimento pubblico e vedremo se almeno lì si riuscirà ad incentivare la crescita”, ha aggiunto Cottarelli.
Sull’aumento dello spread tra il tasso del titolo decennale italiano e quello tedesco, il direttore dell’Osservatorio sui Conti pubblici è fiducioso: “In presenza di un intervento così massiccio della Banca europea lo spread dovrebbe essere sotto controllo, ci potranno essere delle oscillazioni. Certo se si andasse ad elezioni in quadro peggiorerebbe. Ma mi sembra strano che si torni quest’anno su livelli di spread a 200 pb”.
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