Negli anni ’70 in ogni Paese si poteva fumare ovunque nei locali, nei ristoranti, nei negozi. È dal gennaio del 2003 che in Italia è in vigore la legge per cui nei posti chiusi c’è il divieto di fumo, ad eccezione per i locali privati non aperti al pubblico. La Nuova Zelanda, nel frattempo, ha fatto ulteriori passi avanti.
Pochi, infatti sanno che in questo Paese sarà vietato fumare entro pochi anni.
Guerra al fumo nel Paese dei Maori
Dopo il divieto di fumo nei locali pubblici e nel posto di lavoro, la governatrice Jacinda Arden ha deciso di proibire l’acquisto di sigarette a chiunque sia nato dopo il 2004.
Il suo interesse è quello di diventare un Paese “smoke free” e di liberare i più giovani dal vizio del fumo. Ma anche di smuovere i più incalliti. In Nuova Zelanda, infatti il fumo è causa di morte di più di 4.500 locali ogni anno e riguarda più di mezzo milione di persone indistintamente tra donne e uomini. Il tumore ai polmoni è la prima causa di morte soprattutto nella comunità dei Maori.
Insomma a partire dal 2025, quindi entro pochi anni, l’intenzione è quella di aumentare in modo progressivo l’età considerata legale per fumare. Il divieto di acquisto di sigarette o prodotti per il tabacco per la generazione del 2004, quindi per i minori di 21 anni, è il primo passo per un Paese libero dal fumo.
Il cerchio si stringe anche per i luoghi che vendono tabacco. Si prevedono delle limitazioni.
Le decisioni del Parlamento riguarderanno anche l’abbassamento della nicotina in pacchetti classici e sigarette fai da te.
Pochi sanno che in questo Paese sarà vietato fumare entro pochi anni
Le organizzazioni della sanità pubblica sono in accordo con questa scelta. Sembra infatti che il vizio del fumo sia fortemente accentuato in quella parte di comunità che ha un basso reddito. Il numero di rivenditori è quattro volte più alto. La decisione di mettere al bando le sigarette potrebbe aiutare a ridurre le disuguaglianze sociali e il gap interno alla società.
D’altro canto si ha una gran paura che ciò causi mercato nero e contrabbando. Questo potrebbe essere incentivo di ulteriori problematiche come la criminalità organizzata e la delinquenza.
Insomma la strada per questa rivoluzione storica è ancora lunga e piena di punti da chiarire. L’interesse della Nuova Zelanda per la salute dei suoi cittadini va anche contro un interesse economico molto alto.
C’è chi si chiede se sia giusto che il governo intervenga così tanto nella vita e nelle scelte dei suoi cittadini. E anche quanto questa scelta politica possa mettere in crisi rivenditori, tabaccai e anche i piccoli negozi di latticini e formaggi che tra i prodotti vendono anche tabacco.