Più soldi sul conto corrente e corriamo tanti gravi rischi

Banca d'Italia

Più soldi sul conto corrente e corriamo tanti gravi rischi   ad affidarci solo al vecchio caro rapporto di banca la gestione dei risparmi. Gli ultimi rapporti della Banca d’Italia vanno poi confermando un trend in atto in questa prima parte del 2020: i saldi vanno crescendo. I motivi sono essenzialmente due: il lockdown prima e le misure di prevenzione adesso che non consentono un’operatività a 360° delle spese. Il secondo motivo risponde al nome di incertezza e insicurezza sul futuro. Sommati assieme contribuiscono a due trend inversi, ossia la caduta del PIL e l’aumento del depositi bancari. Ma la crescita di questi ultimi è da salutare benevolmente oppure no? Vediamo di approfondire del perché più soldi sul conto corrente e corriamo tanti gravi rischi.

Il rapporto della Banca d’Italia

I più fortunati sono stati i percettori di reddito fisso, specie gli statali, che hanno lavorato in smart working e non subito tagli di stipendio tipo la Cig. I “domiciliari” imposti hanno poi fatto il resto, nel senso che hanno fatto terra bruciata in tema di consumi. Così le famiglie italiane si sono ritrovate con 34,4 mld di euro in più sui c/c, mentre per le aziende la crescita si è fermata a soli 19,9 mld. Sommati fanno la bellezza di 54 miliardi di € in più sui conti correnti nel trimestre febbraio, marzo e aprile, contro i 31 dello stesso periodo del 2019. I dati sono tratti dal rapporto di Banca d’Italia, che li ha diramati il 10 giugno.

Gli italiani e quell’amore speciale per i depositi bancari

Gli italiani si riscoprono così sempre più amanti del c/c quale forma d’impiego dei propri soldi. Secondo i dati diffusi, circa un terzo dei 4.300 mld di € (immobili esclusi) di ricchezza finanziaria delle famiglie trova destinazione su conti, depositi o contanti. Ma anche il decidere di tenere liquidità sul c/c è una precisa scelta d’investimento, ossia quella di starsene con le mani in mano. Che comporta dei rischi dei quali il risparmiatore deve essere ben consapevoli. Vediamone i principali tra essi.

I primi rischi

Primo. Il più elementare, ma anche più subdolo e a cui quasi sempre si tende a non prestare attenzione, è quello legato alle truffe online. In questo articolo abbiamo spiegato alcuni giorni fa come di recente molti risparmiatori siano stati raggirati con la truffa del finto sms della banca. Truffa semplice ma “perfetta” nell’impostazione, che lascia a secco i c/c presi di mira.

Secondo. Anche questo è un rischio talmente palese a cui il 99% dei risparmiatori puntualmente (e volutamente) non presta attenzione. €10.000 nel 2000 oggi non varrebbero più di €7.000 reali. Cioè quello che si si poteva comprare nel 2000 con quei soldi, oggi non ci è più possibile. E la colpa non è dell’euro, come sempre si dice, ma dell’inflazione, che opera anche dove c’è la sterlina, il dollaro, il franco svizzero, etc. Quindi è solo una nostra scelta: o li difendiamo (investendoli) o li perdiamo. Non c’è assolutamente una terza scelta.

Più soldi sul conto corrente e corriamo  tanti gravi rischi

Quarto. Dieci anni fa il termine bail-in era lo spauracchio dei risparmiatori. Oggi quel concetto è stato cancellato, ma non la norma che lo aveva introdotto. Ricordiamo che il bail-in è quel meccanismo che chiama in causa i correntisti al salvataggio della propria banca in caso di suo fallimento. È vero che il bail-in scatta solo per le giacenze sopra i 100mila euro, e solo dopo aver aggredito varie altre forme di attivo patrimoniale. Ma si tratta pur sempre di risparmi (nostri) in potenziale rischio. Perché?

Quinto. Possibili patrimoniali andrebbero a colpire infatti conti con giacenze sopra certi importi, stabiliti dal legislatore a seconda delle necessità e del suo volere. E nel caso di patrimoniali “a scaglioni” (tipo l’Irpef), più si ha in conto più si pagherebbe.