Grazie all’approvazione all’emendamento del Decreto Milleproroghe, assistiamo ad un’inversione di marcia della riforma sull’uso del contante. Questo perché, invece di abbassarsi, per quest’anno, a 999,99 euro, rimarrà ancora fermo il limite di 2.000 euro. Sicché, la riforma ha portato ad una battuta di arresto del progressivo abbandono del danaro contante, rimanendo l’asticella immutata per tutto il 2022. Di conseguenza, la soglia che impone il limite a 1.000 euro, entrerà in vigore il 1° gennaio 2023.
Tuttavia, non si arresterà la lotta contro l’evasione fiscale, considerato che l’uso dei pagamenti tracciabili verrà ancora incoraggiato, attraverso diverse misure. Si pensi al credito d’imposta per gli esercenti e alla lotteria degli scontrini, che però subirà dei cambiamenti.
La novità del Milleproroghe
La grande novità del Milleproroghe è stata quella di cambiare nuovamente le carte in gioco, con un’approvazione a larga maggioranza. La modifica, quindi, sposta l’entrata in vigore del limite a 1.000 euro per i pagamenti in contanti a gennaio 2023. Questo significa che, per il 2022, torneranno in vigore le vecchie regole, con la soglia massima di 2.000 euro per le transazioni cash. Sicché, grazie al Decreto Milleproroghe potremo effettuare più pagamenti in contanti, senza avere il problema di bonifici o bancomat. A fronte di questa novità, cambieranno anche le sanzioni, per chi non rispetta il limite. Al riguardo, è intervenuto il D.lgs. 90 del 2017. Esso stabilisce che l’importo della sanzione è pari alla cifra fissata come tetto massimo per i pagamenti in contanti.
Più pagamenti in contanti possibili col Decreto Milleproroghe, che aumenta il limite dei cash utilizzabili e modifica le sanzioni
Quindi, le sanzioni amministrative per chi non rispetta il limite, per il 2022, tornano ad essere pari a 2.000 euro. Invece, dal 1° gennaio 2023, considerato che il tetto massimo scenderà a 1.000 euro, si abbasserà anche l’importo della sanzione. Ci sono, tuttavia, determinate categorie che avranno la peggio, per quanto riguarda le sanzioni.
In particolare, i professionisti che non segnalano le irregolarità all’Agenzia delle Entrate, sono assoggettati a sanzioni più gravose. Esse, infatti, vanno da un minimo di 3.000 euro a un massimo di 15.000 euro. Inoltre, per le operazioni superiori al limite consentito, la banca potrà chiedere al cliente di giustificare l’operazione. A quel punto, in base alla motivazione fornita, la banca deciderà se segnalare o meno l’operazione all’Unità di Informazione Finanziaria.