L’epidemia legata al Covid 19 sarà ricordata anche per la grave crisi economica e finanziaria di marzo 2020.
Il giorno del “panic selling” ha fatto tremare le Borse del mondo.
Per fortuna il crollo è stato riassorbito in breve e la speranza è tornata su tutti i mercati.
Alcuni Paesi come la Cina hanno addirittura guadagnato da questa epidemia. Il loro PIL è aumentato rispetto all’anno 2019, e le prospettive per il gigante asiatico per il 2021 sono molto incoraggianti.
L’Italia ha sofferto molto per questa pandemia, dato che il suo PIL è legato per il 14% al settore del turismo. Questa flessione non sarà facilmente riassorbita entro breve tempo.
Dopo il grave calo del PIL nell’anno 2020 molti si aspettavano e si aspettano un vero rimbalzo per l’anno 2021.
Purtroppo la grande speranza riposta nei nuovi vaccini per adesso è stata fortemente disattesa.
PIL italiano la vera incognita per il Paese. Crescita o decrescita per l’anno in corso?
Il recente studio del Fondo Monetario Internazionale stima per l’economia italiana una crescita soltanto del 3% rispetto alle più ottimistiche prospettive di un 5% o addirittura un 5,50%.
Le fonti governative nazionali avevano previsto una crescita del 6%, una prospettiva anche troppo ottimistica.
Sempre secondo il FMI l’economia mondiale crescerà del 5,50% mediamente, ma per il nostro Paese questa crescita sarà soltanto di poco più della metà di questa percentuale.
La zona euro per l’anno 2021 non brillerà e avrà un sicuro rallentamento nel suo complesso.
In compenso alcuni Paesi vanno forte e le loro economie stanno accelerando, in particolar modo Cina e USA. Per la Cina si prevede un incremento economico generale di circa l’8,10% ma la cosa strabiliante è la previsione di uno sviluppo del 5,1% per l’economia statunitense.
Questo sviluppo per gli USA è legato ai provvedimenti dell’ex presidente Trump, il quale ha cercato di rafforzare l’economia del suo Paese attraverso vari provvedimenti. Alcuni di essi molto impopolari ma che hanno avuto i suoi effetti immediati nel breve periodo.
L’Italia come sempre fanalino di coda?
Nel nostro Paese, dove fare l’imprenditore non è certo facile e ove le PMI innovative stentano a stare sul mercato in quanto legate da “lacci e laccioli”, la ripresa sarà come al solito molto più lenta.
Insomma, la vera incognita per il Paese sembra essere il PIL italiano. In un Paese dove è sempre meglio fare il dipendente di banca che il piccolo imprenditore non si può sperare in grossi incrementi di PIL.
Quando i giovani non vengono indirizzati nel “fare impresa” e sostenuti sia nelle fasi iniziali sia nelle fasi di crisi finanziaria o economica, non possiamo aspettarci poi molto.
I tempi difficili creano uomini forti ma nessuno può essere forte in eterno.