PIL Italia debole ma in tenuta. Recessione?

pil

Le cautelative parole di ieri del premier Conte cui si aggiunto stamani il posticipo nella pubblicazione del dato sul PIL italiano avevano fatto temere il peggio.

In realtà i dati appena pubblicati sono tutto sommato negativi ma accettabili.

Vediamoli in tabella:

  EUR PIL italiano (Annuale) (4° trim.) -0.2% 0,3% 0,6%
  EUR PIL italiano (Trimestrale) (4° trim.) 0,1% -0,10% -0,1%

Prendiamo nota che il dato annuale scende a -0.2% molto sotto il consensus posto a +0.3% ed al precedente situato a +0.6%.

Numeri dunque inferiori alle attese anche se in qualche modo preventivati e figli con buona probabilità del prolungato dibattito sulla manovra tra governo ed Unione Europea…

Un buon segnale dal dato trimestrale

Un buon segnale arriva però a compensazione dal dato trimestrale.

L’inversione del segno da – a + è sempre incoraggiante anche se si passa soltanto da -0.1% a +0.1%.

Ora il vero dilemma è capire se gli effetti della manovra tra pensioni e reddito di cittadinanza produrranno un effetto così rapido (massimo sei mesi) come ipotizzato dal governo o meno.

La burocrazia aiuterà od ostacolerà il PIL. Il traino del reddito di cittadinanza e di quota 100

Intanto bisognerà capire se la nuova strutturazione degli uffici del  lavoro riuscirà ad erogare senza lungaggini ma anche evitando concessioni indebite il reddito di cittadinanza.

Allo stesso modo con la cosiddetta quota 100 l’INPS si troverà a fronteggiare decine di migliaia di richieste.

Anche qui saranno da valutare tempi di erogazione per capirne l’impatto sul PIL.

Sul fatto che questi nuovi redditi da reddito di cittadinanza e quota 100 finiranno in buona parte nei consumi favorendo un evidente rilancio del PIL vi sono pochi dubbi.

Chi ipotizza che possano finire in risparmi improduttivi evidentemente non ha mai provato certe condizioni di bisogno.

Decisiva sarà dunque proprio la dinamica burocratica di erogazione e le sue tempistiche.

Auguriamoci efficienza.

La Spagna ci batte

Nonostante i livelli di disoccupazione ben più alti dei nostri in termini di crescita del PIL la Spagna continua a starci davanti. E di parecchio.

Oggi un +2.4% rispetto all’atteso +2.3% e in linea col dato precedente conferma che la serie di deroghe espansionistiche concesse alla Spagna da Bruxelles sta sortendo effetti positivi.

Una riflessione sul tema da parte della Commissione UE sarà sempre in ritardo ma ormai è dovuta.