A forza di accumulare dati macroeconomici negativi ecco che il PIL della Germania ha accusato una decrescita.
Un segno negativo che apre le porte a una vera crisi della Germania stessa.
Situazione che deve fare porre seri interrogativi anche a chi, dalla BCE alla Commissione Europea, ha sempre giustificato determinate scelte e strategie sulla base dell’ esempio virtuoso della Germania.
Ecco il risultato:
PIL della Germania (Annuale) (2° trim.) | 0,0% | 0,4% | 0,7% | |
PIL della Germania (Trimestrale) (2° trim.) | -0,1% | -0,1% | 0,4% |
Crescita zero su base annua vs attese a +0.4% e addirittura -0.1% su base trimestrale.
Dato che conferma le attese ma che peggiora dal precedente +0.4%.
Insomma se questa è la locomotiva d’Europa…siamo a posto.
La locomotiva sta tornando all’indietro!
PIL comparazione con l’Italia
Siamo curiosi di verificare ora quanti parleranno di recessione come fatto per l’Italia per il medesimo -0.1%.
Con tanto di forti pressioni sul nostro BTP e di conseguenza sullo spread.
La maggiore considerazione e, perché no, rispetto a livello internazionale di cui gode la Germania rispetto all’ Italia è da anni sotto gli occhi di tutti.
Ora questi numeri odierni dovrebbero assottigliare il gap.
Verificheremo se effettivamente sarà così.
Export debole: cosa c’entrano i dazi
La causa principale per il calo del PIL viene attribuita al forta calo dell’export.
D’altrocanto gli evidenti intenti di sottomissione perseguiti dei tedeschi nei confronti dei partner europei hanno portato come conseguenza il calo del potere d’acquisto per milioni di cittadini europei.
La quasi cancellazione della classe media non poteva che avere come conseguenza una minore “acquistabilità” dei pregiati prodotti dell’industria teutone.
La cosa che continua a lasciare allibiti è che molti osservatori ed analisti attribuiscono le difficoltà tedesche alla guerra dei dazi tra USA e Cina.
Quella che dovrebbe essere una opportunità per le industrie europee indenni da problematiche doganali viene presa come giustificativa per una situazione di difficoltà economica.
In realtà è grottesco inserire una battaglia doganale in corso tra altre nazioni come causa principale di una crisi che ha evidentemente radici molto più vicine.
Senza girarci intorno, è evidente che la politica di austerity che la stessa Merkel e la sua band hanno da anni imposto a Francoforte e Bruxelles hanno ora avuto l’effetto di un boomerang.
La cosa buona è che il coinvolgimento della Germania, come confermato dal dato sul PIL, ha finalmente convinto Draghi a mettere seriamente mano ad interventi importanti.
Nei prossimi giorni di avvio di settembre la verifica nel concreto.
Approfondimento
Articoli precedenti sul PIL