Petrolio sempre più giù. E le borse?

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Il petrolio è ancora protagonista, in negativo, dei movimenti sui mercati. Non solo per il fatto che, di per sé, ha già perso il 20% dall’inizio dell’anno, ma soprattutto perché la discesa delle quotazioni del greggio sta trascinando nel baratro anche i mercati finanziari, in maniera più o meno variegata, di mezzo mondo.

Soprattutto sul fronte emergente e in Asia l’ulteriore discesa del prezzo del petrolio sembra indicare un deciso rallentamento delle economie del sud est asiatico per effetto delle preoccupazioni circa la tenuta della crescita di Pechino.

E proprio per questi motivi, anche Morgan Stanley prevede le quotazioni del greggio a 20$ al barile, allineandosi così allo scenario già ipotizzato da Goldman Sachs, Citigroup e Bank of America.

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Ieri il petrolio ha segnato un tonfo di oltre il 5% e questa mattina le quotazioni del WTI a New York segnano un calo di oltre 2 punti e mezzo percentuali in area 30 dollari al barile, sui nuovi minimi a oltre 12 anni e in una di quelle che viene viste come le peggiori giornate per l’oro nero.

La discesa delle quotazioni petrolifere verso quota 20 USD/barile è ormai vista dagli operatori e dagli analisti come un’eventualità molto concreta e che creerebbe non pochi problemi se associata ad una permanenza di questa fase di estrema forza del biglietto verde.

 

Market Movers

06:00 Giappone Fiducia consumatori cons. 42.3 prec. 42.6

10:30 Regno Unito Produzione industriale a/a cons. 1.5% prec. 1.7%

10:30 Regno Unito Produzione manifatturiera a/a cons. -0.8% prec. -0.1%

11:30 Stati Uniti Discorso Fischer (FOMC)

15:15 Regno Unito Discorso Carney (BOE)

16:00 Stati Uniti JOLTs cons. 5.410m prec. 5.383m

21:15 Stati Uniti Discorso Lacker (FED)

 

EURUSD

Dopo che la parte più acuta delle turbolenze in Cina sembra placarsi, oggi i mercati europei provano l’ennesimo rimbalzo portandosi tutti in territorio positivo. Di conseguenza la moneta unica perde terreno portandosi dai livelli in area 1.09 della preapertura fino a quota 1.0860, in un comportamento che torna a rispecchiare un andamento di mercato più tranquillo. Anche per oggi il calendario macroeconomico sarà sgombro di dati importanti, anche se parleranno sul fronte FED il vicepresidente Stanley Fischer e Lacker. Attesa quindi per un primo test di area 1.0850 che potrebbe estendere i ribassi per il rapporto tra moneta unica e biglietto verde nel primo pomeriggio qualora continuasse il recupero dell’azionario.

 

GBPUSD

Tonfo tremendo che manca di molto le attese su produzione industriale e manifatturiera nel Regno Unito. La situazione ora si fa più complicata per Londra che si appresta ad affrontare la riunione di politica monetaria della Bank of England di giovedì in un clima di forte pressione. La sterlina ha subito perso terreno sulla pubblicazione dei brutti risultati del comparto industriale portandosi sotto quota 1.45 in area 1.4490 con la prospettiva di estendere il ribasso qualora il governatore della BOE Carney dovesse confermare l’outlook negativo.

 

USDJPY

Yen volatile dopo che la prima sessione di scambi della settimana (ieri Tokyo era chiusa per la festività della neve) ha portato l’indice Nikkei in rosso del 2.71% riallineandosi parzialmente a quelli che erano stati i risultati delle altre borse asiatiche di ieri e che oggi hanno chiuso contrastate, ma poco distanti dalla parità. Lo yen torna comunque verso quota 117.70 in apertura dei mercati europei in un movimento di consolidamento dell’intorno di 117.50 che segnala comunque il permanere di un atteggiamento di avversione al rischio.

Emanuele Rigo