Prezzo del petrolio nuovamente in crollo e, come spesso capita nell’ambiguo e cinico mondo dei mercati, per una buona notizia…
Vale a dire che gli USA intendono aumentare le sanzioni contro l’Iran.
Ma allo stesso tempo hanno rinunciato ad attacchi militari.
E il prezzo del petrolio che sulla guerra faceva conto è precipitato!
Questa dunque la scelta pacifista di Donald Trump in risposta agli attacchi – attribuiti a Teheran – che hanno provvisoriamente interrotto quasi la metà della produzione dell’Arabia Saudita.
Insomma Trump magari minaccia più di molti suoi predecessori ma poi al dunque non sgancia bombe e risulta più pacifico di altri…
Arabia Saudita colpita al cuore del sistema produttivo
Intanto il regime Saudita sta provando a dimostrare l’effettiva responsabilità dell’Iran coni resti di droni e missili a loro parere certamente riconducibili alla Repubblica Islamica.
L’aumento delle sanzioni all’Iran
Il presidente degli Stati Uniti come al solito via Twitter ha scritto di “ incrementare sostanzialmente le sanzioni all’Iran”.
Una decisione, alternativa ad attacchi militari, quasi scontata dopo l’attentato alla più grande raffineria dell’Arabia saudita.
Attacco rivendicato dal gruppo di ribelli yemeniti Houthi.
Un attacco che aveva attivatoil più rilevante rialzo del prezzo del petrolio degli ultimi decenni e contemporaneamente ha riacceso nuovamente le tensioni in Medio Oriente.
L’Iran dal suo canto nega con decisione una qualsiasi forma di coinvolgimento. E ti pareva…
Però i sauditi insistono: un portavoce del Ministero della Difesa dell’Arabia Saudita ha detto che: “25 fra droni e missili sono stati lanciati dall’Iran, e non dallo Yemen.
“Gli attacchi sono partiti da Nord e senza dubbio finanziati dall’Iran”, ha ribadito il funzionario aggiungendo anche che in aggiunta ai missili sono stati utilizzati gli UAV (veicoli senza pilota) Iranian Delta Wing.
Anche sui mercati si è sentito il colpo tanto che l’ingresso in Borsa di Saudi Aramco, colosso petrolifero del regime saudita, è stato rinviato a data da destinarsi.
No attacco militare all’Iran, il prezzo crolla
Le quotazioni del crude statunitense hanno ripreso a scendere velocemente dopo l’annuncio delle nuove sanzioni.
Ma i mercati puntavano alla guerra…
InizialmenteTrump aveva in effetti minacciato l’intervento militare dando ulteriore linfa la rialzo del prezzo del greggio.
Il presidente iraniano Hassan Rouhani, ha comunque contrattaccato: “Noi non vogliamo conflitti nella regione… Chi ha iniziato il conflitto?”, ha chiesto in maniera sibillina, attribuendo la colpa a Washington e ai suoi alleati nel Golfo per la guerra in Yemen.
L’Arabia ha anche confermato che entro fine mese sarà in grado di ristabilire la normale produzione quotidiana di 5,7 milioni di barili.
Insomma stando e rimanendo così le cose è lecito attendersi un prezzo del petrolio nuovamente nel suo range precedente.
Approfondimento
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