Petrolio in forte calo: Arabia Saudita e Russia valutano aumento produzione

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LONDRA (Reuters) – I prezzi del greggio perdono oltre il 2% dopo che Arabia Saudita e Russia hanno detto di essere pronti ad allentare i tagli alla produzione che hanno sostenuto le quotazioni fino a raggiungere i massimi dal 2014.

** Il ministro dell’Energia russo Alexander Novak ha avuto colloqui con la controparte saudita Khalid al-Falih per rivedere i termini dell’accordo globale sui tagli alla produzione in vigore da 17 mesi.

** I due ministri, insieme a quello degli Emirati Arabi Uniti stanno discutendo di un incremento dell’offerta di circa un milione di barili al giorno, secondo quanto riferito a Reuters da fonti vicine alla vicenda.

** Parlando a San Pietroburgo, Falih ha affermato che l’allentamento delle restrizioni sui livelli di produzione sarebbe graduale per evitare uno shock sul mercato.

** Ha aggiunto inoltre che la principale preoccupazione sul rcecente rally dei prezzi a oltre 80 dollari dovrebbe riguardare l’impatto su paesi come India e Cina.

** Intorno alle 12,35 italiane il contratto sul Brent per consegna luglio perde 1,62 dollari (-2,06%) a 77,16 dollari il barile dopo il picco di 80,50 dollari, massimi da fine 2014, toccato nel corso di questo mese. La scadenza luglio del greggio leggero Usa Wti cala di 1,26 dollari (-1,8%) a quota 69,45 dollari il barile.

** “Il dibattito attorno ad un possibile allentamento dei vincoli sulla produzione dovrebbe precludere qualsiasi nuovo aumento dei prezzi”, sostengono gli analisti di Commerzbank.

** “La soglia di 80 dollari potrebbe rappresentare un ostacolo difficile da superare in quanto la probabilità di un aumento della produzione aumenta in modo significativo” aggiungono.