Perché questa frase colpisce di più la gente rispetto ad altre

buddha

A volte ci sono delle frasi che ci restano impresse nello stesso momento che le ascoltiamo. Portano con sé un carico assoluto di verità, che si registra subito nel nostro cuore. Ci chiediamo perché questa frase “È meglio conquistare te stesso, piuttosto che vincere mille battaglie” colpisce di più la gente rispetto ad altre frasi.

L’autore della frase

L’autore della frase è Buddha. Con Buddha ci troviamo nel V secolo avanti Cristo. Anche se ricerche molto recenti indicano la data di esistenza piuttosto verso il VII-VIII secolo a.c.

Buddha è stato un ricercatore dello spirito, un eremita volontario, che nella sua vita ha raggiunto la liberazione o nirvana. La sua frase mostra tutta la saggezza a cui era arrivato.

Una frase quasi identica

Anche Gesù sette secoli dopo, riferisce una frase simile: “A che serve conquistare il mondo, se poi perdi la tua anima?”. Quella di Gesù fa come una premessa a quella di Buddha. Gesù si concentra sullo sforzo che fanno gli uomini nella ricerca di soldi e benessere terreno. Prima pensiamo a sistemarci, e poi pensiamo al resto. O come dicevano i latini: “Prima bisogna pensare a campare e poi a ragionare sulla vita” (Primum vivere et deinde philosophare), oggi diremmo una frase di vero pragmatismo inglese.

Perché questa frase colpisce di più la gente rispetto ad altre? A che cosa bisogna pensare prima?

Qui bisogna fare una distinzione. Una cosa è il prima temporale: cioè pensare subito a mettere qualcosa sullo stomaco. È una necessità. Un’altra cosa è il prima come importanza. Allora come diceva Gesù, dare la priorità ai soldi e al potere, se poi si perde la possibilità di conosce il proprio spirito, a che serve?

“È meglio conquistare te stesso, piuttosto che vincere mille battaglie”, come diceva Buddha in modo positivo, la vera battaglia nella vita è quella che si fa per conquistare sé stessi e non tutto il resto.