Perché non bisogna eliminare il pane nella nostra dieta

pane

L’aumento di peso e il gonfiore addominale non sono sempre imputabili all’assunzione di pane. Eliminare questo alimento dalla nostra dieta non è la scelta giusta, anzi bisogna chiedersi che tipo di pane si acquista e la quantità che si assume giornalmente.

La chiave per restare in salute è racchiusa proprio nella qualità del pane. In commercio ci sono tantissime qualità di pane che si possono provare fino a quando non si trova il prodotto perfetto per le proprie esigenze.

Scegliere tra le varie tipologie di pane, può far variare la dieta apportando cereali che abitualmente non si assumono, come farro, orzo, kamut e segale. Oppure altrettante spezie, lo zafferano, il peperoncino, la curcuma o anche con una spezia poco conosciuta ricca di antiossidanti.

Migliorare le proprie abitudini alimentari può non solo equilibrare la dieta, ma anche eliminare certi effetti indesiderati come il gonfiore e l’aumento di peso. Indubbiamente la quantità è come sempre importante. Accompagnare i pasti con una porzione pari a un panino è solitamente consigliata per non eccedere nell’assunzione.

Perché non bisogna eliminare il pane nella nostra dieta

Garantire all’organismo un’alimentazione corretta ed equilibrata è il motivo per cui non bisogna eliminare il pane dalla propria dieta. Un’alimentazione sana prevede l’assunzione anche del pane, nelle giuste proporzioni che potrà indicare uno specialista.

Una delle domande importanti che bisogna farsi quando si acquista il pane, è che tipo di pane si sta comprando?

Il pane si divide in due tipologie distinte e separate:

  • pane fresco
  • pane conservato

Per l’appunto, la differenza apparentemente inesistente se non per il sapore, si racchiude nella filiera di produzione che è completamente diversa. Acquistare un prodotto di qualità può eliminare i problemi comuni associati all’assunzione di pane.

Il Ministero dello Sviluppo Economico chiarisce le differenze basilari tra pane fresco e conservato con il decreto del 1 ottobre 2018, n. 131.

Senza dubbio il pane conservato ovvero industriale, con additivi, conservanti e altri ingredienti per facilitarne la conservazione, ha una netta differenza con il pane fresco che si potrà conservare più a lungo solo congelandolo.

Inoltre la filiera del pane fresco è molto differente da quello industriale. Quest’ultimo durante la filiera potrebbe essere congelato o surgelato non rispettando gli intervalli di produzione non superiore alle 72 ore dall’inizio della lavorazione alla fine.

Invece il pane fresco, non presenta nessun tipo di sostanza per facilitarne la conservazione e viene prodotto entro le 72 ore stabilite dal Ministero dello Sviluppo Economico.