I nostri soldi sono al sicuro o si rischiano nuove tasse? È la domanda che si stanno facendo milioni di italiani, già preoccupati dalla recessione che sta per arrivare. Ed proprio la recessione in arrivo, secondo le previsioni la peggiore dalla fine della guerra, che fa escludere nuove imposizioni fiscali. Proprio ieri in un nostro articolo abbiamo spiegato cosa sia la patrimoniale e la differenza fra imposte e tasse e i favorevoli ed eventualmente contrari al provvedimento. Oggi invece, proviamo a spiegare i motivi ed il perché il prelievo forzoso sui conti correnti ed una patrimoniale non si faranno. Almeno nel breve periodo.
Perché il prelievo forzoso sui conti correnti ed una patrimoniale non si faranno.
Ci sono due ragioni che ci suggeriscono che per il momento non è previsto nessun prelievo forzoso e nessuna patrimoniale. Sono due ragioni che attengono al premier Conte e al suo Governo, e allo stato di salute dell’economia italiana. Partiamo dalla prima ragione.
E’ evidente a tutti che il nervosismo del premier Giuseppe Conte sta crescendo. Lo ha manifestato platealmente nell’ultima conferenza stampa alzando la voce e scagliandosi contro l’opposizione. L’accusa è di non fare gioco di squadra “nazionale” in un momento di difficoltà del Paese. Non vogliamo entrare nei contenuti, ma soffermarci sulla forma. Un atteggiamento sopra le righe che certamente non fa parte né del personaggio né della figura istituzionale che ricopre. Giuseppe Conte sente l’enorme peso della gestione di una situazioni e difficile. E sente il fiato sul collo di un possibile Governo Draghi.
Motivo n.1
Gli attacchi a Conte arrivano sul MES, il Meccanismo Europeo di Stabilità. A detta di molti, se l’Italia vi facesse ricorso la metterebbe sotto tutela della Troika (Commissione Europea, Banca Centrale Europea e Fondo Monetario Internazionale). Ne scaturirebbero misure di austerità simili a quelli che patì la Grecia nel 2012, quando arrivò a un passo dal default. E’ impensabile che in questo momento Conte si batta per non ricorre al MES per poi introdurre un prelievo forzoso o peggio ancora una patrimoniale. Allontana programmi di austerità dalla porta e poi gli fa rientrare dalla finestra? Sarebbe la fine del suo governo, della sua carriera politica e della sua idea di creare un partito politico alla fine di questa fase.
Motivo n.2
Ma c’è un secondo motivo che spiega il perché il prelievo forzoso sui conti correnti ed una patrimoniale non si faranno. Almeno nel breve. L’economia italiana non riuscirebbe a sopportare una manovra recessiva che imponga nuove tasse. Sarebbe come pretendere una donazione di sangue da un paziente che si sta dissanguando. Non sopravvivrebbe. E non sopravvivrebbero neanche un minuto la proposta e il governo che la dovesse presentare ufficialmente. Abbiamo visto che fine ha fatto l’idea del contributo di solidarietà proposta da Graziano del Rio, capogruppo del PD. Messa subito in archivio, sepolta immediatamente.
L’emergenza sanitaria richiederà tra 60 e 90 miliardi di euro. La ricostruzione almeno altri 100. Per reperirli andrebbe fatta una manovra ingente e quindi troppo vessativa. Al proposito ha fatto parlare l’intervento di Oscar Farinetti, patron di Eataly. Farinetti sostiene che poiché in Italia ci sono 4100 miliardi di ricchezza, basterebbe fare una patrimoniale del 2% per raccogliere 82 miliardi. A parte il fatto che 82 miliardi forse non basterebbero neanche a coprire le spese sostenute per combattere l’emergenza sanitaria. Poi imarrebbe il problema di come reperire gli altri 100. Ma vi immaginate un governo che da 600 euro di bonus e poi mette una tassa da 200 o 300, magari 500 euro? Che credibilità avrebbe? Scatenerebbe una rivolta sociale.
Nel breve nessuna tassa, il Paese non la reggerebbe. Ma passata la crisi….
Ecco perché il prelievo forzoso sui conti correnti ed una patrimoniale non si faranno. Almeno nel breve periodo. Perché nel lungo periodo sicuramente arriverà. I soldi che ci serviranno per la ricostruzione, che arrivino dal MES, dal SURE, dalla BEI o dal Fondo speciale, non saranno a fondo perduto. Saranno sotto forma di prestito a tasso agevolato, ma andranno ripagati. Come? Se siamo bravi, la crescita economica che si innescherà dalla ricostruzione produrrà valore tale da ripagare capitale e interessi attraverso la normale tassazione. Tuttavia, non è detto che una volta rimessa in corsa l’economia, non si chieda a chi può un contributo di solidarietà. A quel punto potrebbe essere anche legittimo e condivisibile una patrimoniale o un prelievo forzoso. Una cosa è chiedere a chi muore di fame un pezzo di pane. Altro è chiedere a chi sta facendo un lauto banchetto di offrire almeno un pranzo.