Perché il petrolio è crollato. Di nuovo

petrolio

Sarà la situazione incerta su molti fronti, sta di fatto che il petrolio è crollato. Di nuovo.

Da un lato l’Opec, l’organizzazione dei paesi esportatori vede messo in serio pericolo il suo ruolo all’interno dell’intero commercio del greggi. Dall’altro, però, anche gli Usa corrono seri rischi.

Le quotazioni del barile

Attualmente il Brent viaggia a 28,4 dollari al barile mentre il Wti scende a 19,7. Le quotazioni del barile che dopo l’accordo raggiunto in seno all’Opec+ avevano registrato un leggero rialzo, adesso hanno fatto marcia indietro. Ma perché il petrolio è crollato di nuovo? La rivoluzione dello shale oil ha permesso a Washington di diventare la prima potenza esportatrice al mondo.

Un settore con moltissimi debiti

Contemporaneamente, i finanziamenti nati sull’onda dell’entusiasmo erano elargiti per lo più sulle aspettative di risultati potenzialmente a rischio. Risultato: la nascita di un settore con moltissimi debiti. Anche perché la produzione di shale è ancora costosa se paragonata al breakeven che può vantare l’Arabia Saudita. In altre parole Ryad può reggere il barile a 20 dollari, Washington invece, no.

Perché il petrolio è crollato

Il che porta a temere che tutti gli sforzi fatti dall’amministrazione Trump per salvare decine di posti di lavoro potrebbero essere stati vani. Ma perché il petrolio è crollato? Il crollo del petrolio è dettato, tra le tante altre cose, anche dal fatto che, a differenza di quanto inizialmente fissato, la contrazione della domanda è ben superiore all’offerta anche se quest’ultima è stata sensibilmente diminuita.

La crisi dei consumi da coronavirus

Perché il petrolio è crollato di nuovo? Guardando i numeri si parla di 29 milioni di di barili in meno sul fronte della domanda solo questo mese e per il prossimo se ne contano 26. Ben oltre i 9,7 tagliati dall’Opec che, per giunta, saranno attivi solo a maggio. Perciò come confermano gli analisti, la crisi dei consumi da coronavirus è anche peggio di quanto si potesse pensare. E soprattutto più veloce. In tutto questo, un terzo elemento fa ritenere ancora più lontana la soluzione. Le capacità di stoccaggio sono arrivate al limite e presto le trivelle potrebbero essere costrette a fermarsi.