Un aspetto fondamentale per la crescita di un individuo è la sua capacità di imitazione. I bambini imparano ad agire imitando gli adulti, imparano a parlare guardando e ascoltando gli adulti mentre parlano, imparano ad acquisire un’identità guardandosi allo specchio. Questo procedimento presuppone la capacità di immedesimarsi nell’altro per poterlo imitare, la capacità di interpretare i messaggi del corpo per poter decifrare le emozioni dell’altro. Sono gli stessi meccanismi che ci fanno provare tristezza davanti a un elemosinante o ci fanno ridere e piangere quando guardiamo un film. Ma perché questo succede? Perché ci emozioniamo quando guardiamo un film straordinario vincitore di Oscar come Nomadland?
I neuroni specchio
Una possibile spiegazione scientifica, ancora non unanimamente accettata, potrebbe risiedere nella scoperta di alcuni neuroni, conosciuti come mirror neurons. I neuroni specchio sono stati scoperti più di vent’anni fa da Giacomo Rizzolatti e dal suo team. Si tratta di una classe di neuroni che modula la propria attività sia quando l’individuo compie un atto motorio, sia quando l’individuo vede un’altra persona compiere un atto. Questo a ben pensarci è sorprendente: perché i neuroni di una persona dovrebbero attivarsi quando ad agire è un’altra persona? C’è stato un grandissimo interesse rispetto a questa scoperta e si sono susseguite numerose speculazioni sul possibile loro ruolo funzionale. Molti hanno associato questi neuroni ad un termine generico quale “empatia” o ne hanno esaltato il possibile ruolo sociale ed emozionale.
Ma perché ci emozioniamo quando guardiamo un film straordinario vincitore di Oscar come Nomadland?
Perché l’azione dei neuroni specchio ci fa immedesimare negli attori, la risposta. In questo senso, la struttura narrativa e cinematografica potrebbe essere, a un livello diverso, espressione di uno stesso processo. Lo stesso dimostrano diversi studi sugli archetipi utilizzati nel racconto delle storie.
I neuroni specchio forse non esistono
In realtà, tutto questo potrebbe non essere corretto. Esiste una enorme massa di studi sui mirror neurons che non danno risposte univoche sulla loro presenza e sul loro ruolo. È probabile che siano coinvolti altri meccanismi per spiegare il riconoscimento e la comprensione delle azioni altrui. Ne Il mito dei neuroni specchio, il neurofisiologo Gregory Hickock riporta dettagliatamente questi studi e le diverse interpretazioni. È un saggio completo che ci regala intuizioni profonde sull’organizzazione e le funzioni del cervello umano e sulla natura della cognizione e della comunicazione.