Per una breve ed economica gita invernale visitiamo la città dei teatri tra musei e gnocchi fritti

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Il nostro Paese è ricchissimo di borghi e città di fama mondiale. Quindi, è più che normale che alcune di queste sfuggano anche a noi che in Italia ci abitiamo. Spesso, a brevissimo a distanza da noi si trovano infatti delle destinazioni che vale sicuramente la pena esplorare. Bastano uno o due giorni per saper apprezzare quanto di meglio quel dato luogo può da offrire. Questo è proprio il caso di oggi. Per una breve ed economica gita invernale visitiamo la città dei teatri tra musei e gnocchi fritti, che però è citata raramente come possibile meta per le nostre vacanze.

Una cittadina d’arte facilmente raggiungibile

Certo ci sarà capitato di sentir parlare di vacanze passate a Modena, a Firenze o a Bologna. Invece, più raramente sentiamo parlare di Reggio Emilia, che pure vale sicuramente una visita. Si trova a breve distanza dalle città sopracitate ed è comodamente raggiungibile in auto o in treno.

Una volta arrivati, godiamoci l’atmosfera serena di una città ricca di monumenti, chiese e teatri. Passeggiamo fra le sue vie e fermiamoci in un chiosco o al ristorante per gustare uno dei suoi tanti piatti tipici per ritemprarci e continuare l’esplorazione, magari nel paesaggio circostante.

Per una breve ed economica gita invernale visitiamo la città dei teatri tra musei e gnocchi fritti

La nostra passeggiata potrebbe cominciare da Piazza Prampolini, in realtà conosciuta come Piazza Grande. Questo è il vero cuore di Reggio Emilia, su cui si affacciano diversi edifici importanti, come il Duomo, il Palazzo del Monte e Palazzo delle notarie, la Torre del Bordello e il Battistero. La torre offre una vista magnifica, ma per entrare dobbiamo informarci e visitarla durante alcune festività e occasioni speciali. Le campane della torre dell’orologio avvisavano la popolazione che era in corso un’esecuzione.

Il Duomo ha visto posare la sua prima pietra nell’857 e nella facciata incompleta vediamo raffigurate le statue di Adamo ed Eva. A partire dal 2010 il Duomo espone alcune opere d’arte contemporanea di artisti internazionali. Possiamo ammirare anche il Battistero di San Giovanni dalla facciata rinascimentale proprio accanto al Duomo. Sulla sua colonna sinistra possiamo trovare ancora incisi il braccio reggiano e la pertica, due sistemi di misurazione utilizzati all’epoca. Per questo i commercianti dicevano “San Giovanni fa vedere gli inganni” dal momento che queste misure li avrebbero salvaguardati dalle truffe di gente di malaffare.

Nel Palazzo Comunale ammiriamo il portico a tre arcate che si affaccia sulla piazza e delle sale con numerosi affreschi del 1700. Qui troviamo anche la Sala del Tricolore, dove il 7 gennaio 1797 fu proclamata la Repubblica Cispadana, adottando la bandiera tricolore che nel 1848 sarebbe diventata la bandiera nazionale.

Teatri, pazzi e gnocchi fritti

Reggio Emilia viene anche chiamata città dei teatri perché, nonostante le dimensioni ridotte ne ha tre proprio in centro: Teatro Valli, Teatro Ariosto e Teatro Cavallerizza. Nel primo debuttò Luciano Pavarotti, era il 1961; ora è dedicato alla lirica e ai concerti. È anche una vera bellezza da visitare insieme ad una guida, data la sua classica struttura all’italiana e la sua bella facciata.

Per una visita alternativa, non lasciamoci scappare il Padiglione Lombroso dell’Ospedale psichiatrico San Lazzaro. Qui sono stati tenuti migliaia di malati psichiatrici, tra cui anche il pittore Ligabue. Questo edificio offre uno spaccato vero e un po’ inquietante di come venivano trattate questi malati o, come si diceva ai tempi, i pazzi. Qui troviamo infatti macchine per l’elettroshock, camicie di forza e caschi del silenzio, più simili a strumenti di tortura che a strumentazioni mediche.

Tra una visita e l’altra non rinunciamo a un assaggio della tipica cucina emiliana. Proviamo il l’Erbazzone, una torta salata di sfoglia farcita con verdure e parmigiano. Ci sono anche le Chizze, di origine ebraica, ma anche gli gnocchi fritti, i cappelletti, il Rasa e il bollito di maiale. Ricordiamoci anche che ci troviamo nella zona di produzione del Parmigiano Reggiano e dell’aceto balsamico IGP e DOP. Concludiamo l’esperienza con il Sugo d’Uva e la Torta di Riso.

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