In più occasioni l’Istituto di Previdenza Sociale può decidere di sospendere l’erogazione di alcuni pagamenti. Sono diverse le ragioni che potrebbero determinare il venir meno delle prestazioni economiche. In alcuni casi infatti si tratta di semplici interruzioni, in altri avviene perché i contribuenti non posseggono più i requisiti. Se non permangono le condizioni che hanno dato diritto ai sussidi si verifica la revoca della prestazione. La sospensione dei pagamenti potrebbe invece essere determinata da altre circostanze. L’Ente Previdenziale smette di accreditare somme di denaro piuttosto che richiederne la restituzione.
Ciò perché il contribuente è sempre tenuto a restituire eventuali assegni che ha percepito indebitamente. Si corre pertanto il rischio di non ricevere più alcuni benefici economici se non si adempie ad alcuni specifici obblighi. Ciò vale anche per i più anziani che a breve potrebbe ritrovarsi con pagamenti delle pensioni bloccati per 60 giorni.
Per qualche mese dipendenti e autonomi potrebbero subire la stessa sorte e smettere di percepire alcuni assegni mensili. In alternativa alla sospensione potrebbe invece succedere che alcuni di essi ricevano soltanto l’importo minimo delle spettanze. Per evitare delle pesanti sforbiciate sulla busta paga si deve dunque prestare molta attenzione ad alcune scadenze del calendario INPS. A subire le maggiori perdite sono proprio i lavoratori che non rispettano l’invio della documentazione richiesta entro i termini fissati dalla legge. In modo simile subiscono tagli le pensioni di reversibilità dei vedovi che trascurano l’invio di alcuni importanti comunicazioni.
Per qualche mese dipendenti e autonomi perderanno questi assegni dall’INPS se dimenticano la scadenza dei 120 giorni
La maggior parte delle prestazioni economiche che l’INPS assicura ai contribuenti avviene dietro esplicita richiesta dell’interessato. Il che equivale a dire che per beneficiare di sussidi, ammortizzatori e assegni di vario tipo occorre presentare domanda. Inoltre bisogna tener conto dell’obbligo di rinnovare la richiesta di alcune spettanze entro le scadenze temporali previste. I lavoratori che risultano ad esempio titolari di assegno ordinario di invalidità sono tenuti a richiedere il rinnovo della prestazione. In assenza di tale richiesta l’INPS sospende immediatamente il pagamento degli assegni.
In tal modo si evita l’erogazione di somme di denaro che il contribuente dovrà restituire in caso di revoca del diritto. Ricordiamo infatti che il titolare di assegni di invalidità deve obbligatoriamente chiedere il rinnovo della prestazione dopo un triennio. Chi percepisce l’assegno di invalidità può inviare la domanda di rinnovo già 6 mesi prima della data di scadenza, ma non oltre i 120 giorni dalla stessa. Dovrà inoltre inviare il certificato medico attestante la permanenza dei requisiti sanitari entro 3 mesi dal rilascio dello stesso. Chi non rispetta la scadenza dei 120 giorni perde qualche mensilità perché l’INPS non accredita più assegni per non determinare indebiti.