Ogni anno, in Italia, ci sono molti incidenti stradali, sebbene i numeri abbiano subito una recente riduzione, influenzata anche dalle restrizioni dettate dalla pandemia.
Stando ai dati Istat, il 2019 ha visto 172.183 incidenti stradali, che hanno generato conseguenze sulle persone coinvolte. Altri incidenti, per fortuna, sono di minore entità e portano danni soltanto alle autovetture. Di questi, un buon numero sembrerebbe causato dalle “voragini su pubblica via”, ossia: buche e dissesti sul fondo stradale.
In caso di incidenti causati dall’anomalia del fondo stradale, sorge sempre una domanda spontanea: di chi è la colpa? Segue a ruota una seconda domanda: chi paga i danni?
Insomma, il cittadino si chiede (legittimamente) come fare per venire risarcito dalla Pubblica Amministrazione, colpevole della scarsa manutenzione del fondo stradale.
Chiaro è che, per ottenere il risarcimento dei danni causati all’auto, bisogna capire la dinamica dell’incidente e che ogni caso può fare scuola a sé.
In generale, però, chi danneggia la macchina per un dissesto stradale, può rifarsi a quanto sentenziato dalla Cassazione con ordinanza 10 giugno 2020 numero 11096. L’ordinanza chiarisce qual è l’unico obbligo in capo a chi subisce il danno per ottenere il risarcimento dalla Pubblica Amministrazione.
Per ottenere il risarcimento dei danni causati all’auto dalle buche stradali basta questa semplice prova
Il dubbio chiarito dalla Cassazione con l’ordinanza sopracitata è: chi subisce un danno all’auto per dissesto stradale deve dare prova dell’insidia? In parole povere: spetta al danneggiato provare di aver fatto tutto quello che poteva per evitare il danno, ai fini del risarcimento. La risposta della giurisprudenza è: no.
Il danneggiato non deve dimostrare di aver usato tutta la perizia necessaria per scongiurare il danno. Al contrario, è la Pubblica Amministrazione a dover provare di aver fatto tutto ciò che doveva per la manutenzione (quindi per limitare il rischio d’incidente).
Dunque, cosa deve provare il danneggiato per ottenere il pieno risarcimento dei danni subito dall’auto? Deve provare solamente che ci sia un nesso di causalità tra anomalia stradale e danno subito.
In altre parole: deve provare, per esempio, che il danno è stato causato dalla buca in questione.
Un discorso simile vale anche nel caso in cui avvenga un incidente tra due vetture, ma sempre scatenato da un dissesto stradale. Anche questo caso, come stabilito dalla sentenza della Cassazione numero 11225 del 09/05/2017, ai danneggiati spetta l’onere di provare la causalità tra incidente e dissesto.