L’Italia ha un forziere nella cui casse ci sono 1400 miliardi di euro liquidi. Ma non fanno parte delle casse pubbliche. Questo mare di denaro è il risparmio che gli italiani hanno sul conto corrente. Basterebbe un quinto di questi risparmi per risolvere gran parte dei problemi portati dall’enorme debito pubblico dell’Italia. Ed è a questi soldi che il Governo sta guardando da tempo, per sfruttarli come investimento patriottico. O se le cose si mettono male per l’Italia, in altro modo.
Per i risparmi nei conti correnti degli italiani, il premier Conte ha tanti progetti. Ecco quali.
Il grande risparmio degli italiani nel mirino del Governo
Nella ennesima conferenza stampa in televisione del premier Giuseppe Conte, quella di sabato 16 maggio, un passaggio ha fatto sobbalzare gli italiani che lo ascoltavano. A metà del ragionamento in cui il premier illustrava le linee guida per la riapertura, ha buttato lì una affermazione. Conte ha detto: “Siamo tutti consapevoli che in Italia c’è un grande risparmio privato. E sicuramente questa è una delle ragioni di forza della nostra economia. Ci sono tanti progetti, vedremo a tempo debito”.
Una frase che tradisce, evidentemente, le attenzioni che il Governo ha verso questo grande risparmio privato. I tanti progetti, evocato dal premier, possono riguardare quel risparmio solo in 3 maniere: sollecitazione volontaria all’investimento in titoli pubblici. Oppure obbligo forzoso a investire in titoli pubblici (prestito forzoso); o un prelievo forzoso.
Per i risparmi nei conti correnti degli italiani, il premier Conte ha tanti progetti. Ecco quali
L’investimento volontario in titoli pubblici è una realtà consolidata. Oggi parte la sottoscrizione del BTP Italia. Il titolo i cui fondi raccolti serviranno per coprire costi sanitari sostenuti dallo Stato per fare fronte all’emergenza coronavirus. Una chiamata alle armi agli italiani a sostenere patriotticamente lo sforzo economico dello Stato con un titolo obbligazionario offerto solo a loro. C’è chi lo comprerà e chi no. È una scelta volontaria.
La seconda strada è quella del prestito forzoso, ovvero obbligare gli Italiani a investire in titoli di Stato. Il meccanismo è semplice. Si preleva un tot dal conto corrente degli italiani e in cambio si rilasciano titoli obbligazionari garantiti dallo Stato. Non c’è scelta volontaria di investire, ma un obbligo.
Invece, nel caso del prelievo forzoso, si applica semplicemente una tassa. Come dispose il Governo Amato in una notte del 1992, imponendo su tutti i conti correnti un prelievo forzoso del 6 per mille.
Il timore diffuso è che se la sottoscrizione volontaria del BTP Italia non avrà il successo sperato, il Governo possa mettere in campo le altre due soluzioni.