Il bilancio per la moda italiana è negativo. Le restrizioni per il coronavirus sono state un cataclisma. Per 70 giorni non ci siamo più vestiti e il Made in Italy ha perso oltre 3,5 miliardi di euro nei primi tre mesi dell’anno.
L’analisi è stata fatta dall’associazione Sistema Moda Italia, afferente a Confindustria Moda. Numeri che hanno fatto tremare i polsi ai propri associati.
I cali di vendita
Le aziende intervistate hanno manifestato un calo di vendite nell’ordine tra il 20% e il 50%. Solo un terzo ha dichiarato di aver avuto una diminuzione degli ordini tra il 10% e il 20%. Purtroppo, i vertici dell’associazione si aspettano un calo ancora più marcato in futuro. Ad incidere sul fattore vendita l’export in calo del 20%. Tradotto in soldoni una perdita di 6 miliardi di euro.
Il coronavirus per le aziende
La pandemia ha costretto la chiusura della linea produttiva per gran parte delle aziende. Sono state operative le attività amministrative e di ecommerce. Con un clima simile tutti hanno fatto ricorso agli ammortizzatori sociali.
Hanno continuato a lavorare solo le aziende che hanno convertito la produzione per fare mascherine e camici.
Combattere la crisi
Gli imprenditori della moda si attendono per ripartire facilità di accesso ai prestiti in modo da avere liquidità. Lanciano inoltre una proposta al Governo: non far pagare l’acconto fiscale. L’intento è di utilizzare questi soldi per saldare le fatture dei fornitori e far fronte alle spese correnti. Un altro peso per le aziende è la burocrazia.
Il coraggio del settore
Consci del momento difficile che si sta vivendo, le aziende della moda sono pronte a fare la loro parte. La cancellazione dei principali eventi ha segnato negativamente l’intero comparto ma c’è voglia di ripartire. E’ un segnale di ottimismo per il futuro: le aziende vogliono andare avanti nonostante la situazione. Per 70 giorni non ci siamo più vestiti e dobbiamo riprendere tutti la nostra quotidianità con le dovute attenzioni.